Dieter Kosslick, Direttore del Festival, ha aperto ieri mattina la conferenza stampa della Berlinale 2017 presso l’ufficio stampa della “Bundesregierung”. Il programma è da oggi ufficiale e reperibile sul sito www.berlinale.de .
Una conferenza stampa in cui i curatori delle diverse sezioni hanno illustrato i temi principali e gli orientamenti di questa edizione. Iniziando dai film della sezione principale, la“Wettbewerb”, ossia i film che concorrono per l’Orso d’Oro, l’Orso d’Argento, e i vari premi principali, il Direttore del Festival ha sottolineato come molti registi quest’anno abbiano anticipato gli avvenimenti dei nostri giorni. Ed è, continua Kosslick, un’attualità dai tratti apocalittici quella che ci ritroviamo a vivere, fatta di migrazioni di massa e populismi sempre più inquietanti. Un’attualità trattata però anche con un certo umorismo in molte produzioni presenti al Festival, aggiunge Kosslick, che non nomina mai per nome l’attuale Presidente degli Stati Uniti, ma i riferimenti sono evidenti. Un’altra caratteristica di alcuni dei film in concorso quest’anno è un certo bisogno di rifugiarsi nell’intimità di strutture familiari che rassicurino. È il caso di “Felicité” di Alain Gomis, di “Mr Long” del giapponese Sabu, e ancora di “Pokot” della polacca Agnieszka Holland. Un’altra caratteristica che accomuna diverse produzioni della competizione maggiore è la biografia di artisti: “Final Portraits”, film fuori concorso di Stanley Tucci con Geoffrey Rush sullo svizzero Alberto Giacometti; “Beuys”, sullo scultore e pittore tedesco Joseph Beuys e infine “Django”, sul più famoso chitarrista gipsy della storia. In tutto ben 18 film a competere per l’Orso d’Oro quest’anno, più altri 6 fuori concorso. Di questi 24 film ben 22 sono prime mondiali, e 2 sono debutti alla regia. E sarà proprio il francese “Django”, film debutto di Etienne Comar ad aprile la Berlinale giovedì 8 febbraio al Berlinale Palast.
Ecco i 18 film in concorso quest’anno: “Ana, mon amour” di Calin Peter Netzer, produzione rumeno-tedesca-francese; il coreano “ On the Beach at Night Alone”, regia di Hong Sangsoo; Beuys, di Andres Veiel, unico documentario in concorso; Colo, di Teresa Vollaverde, produzione portoghese-francese; The Dinner, produzione USA diretta da Oren Moverman, con, tra gli altri, Richard Gere e Laura Linney tra i protagonisti; il già nominato Django, film francese di Etienne Comar; Felicité, di Alain Gomis, una coproduzione Francia- Senegal-Belgio-Germania-Libano; Hao ji le ( Have a Nice Day), film d’animazione cinese diretto da Liu Jian; Helle Nächte, coproduzione tedesco-norvegese diretta da Thomas Arslan; Joaquim del brasiliano Marcelo Gomes; il già citato Mr Long diretto dal giapponese Sabu; Una mujer fantástica del cileno Sebastián Lelio; The Party, film inglese per la regia di Sally Potter; il già nominato Pokot di Agnieszka Holland; Return to Montauk diretto da Volker Schlöndorff, coproduzione Germania/Polonia/ Repubblca Ceca; Teströl és lélekröl (On Body and Soul) dell’ungherese Ildikó Enyedi; Toivon tuolla puolen (The Other Side of Hope)di Aki Kaurismäki; Wilde Maus, debutto alla regia per l’attore cabarettista e autore austriaco Josef Hader.
I sei film fuori concorso che saranno presentati nella sezione principale sono: El bar, film spagnolo diretto da Álex de la Iglesia; Final Portrait, di Stanley Tucci, con Geoffrey Rush, coproduzione franco-inglese; Logan di James Mangold, produzione USA; Sage femme, di Martin Prevost, interpretato, tra gli altri, da Catherine Deneuve, coproduzione franco-belga; T2 Trainspotting di Danny Boyle, film inglese con Ewan McGregor; e infine Viceroy’s House, regia di Gurinder Chadha, una coproduzione tra India e Gran Bretagna.
La giuria del Festival sarà presieduta da Paul Verhoeven, regista e sceneggiatore olandese con una lunga carriera internazionale alle spalle. Il regista di Basic Instinct, Robocop, Total Recall, per intenderci. Il suo ultimo successo “Elle”, con Isabelle Huppert, gli ha regalato lo scorso anno il Golden Globe per il miglior film straniero. Gli altri componenti della Giuria: la produttrice tunisina Dora Bouchoucha Fourati, l’artista islandese Olafur Eliasson, l’attrice statunitense Maggie Gyllenhall, l’attrice tedesca Julia Jentsch, il regista e attore messicano Diego Luna e il regista e sceneggiatore cinese Wang Quan’an.
Dopo la vittoria dell’Orso d’Oro da parte di Fuocoammare di Gianfranco Rosi la scorsa edizione, nessun film italiano in concorso quest’anno, e pochissimi a dire il vero nelle altre sezioni del Festival. Il nostro cinema è presente nella sezione Panorama Special con “Call Me by Your Name”, diretto dal nostro Luca Guadagnino (regista di “Io sono l’amore” e “A Bigger Splash”), tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman, una coproduzione italo-francese. La sezione Panorama seleziona tradizionalmente film d’autore del panorama mondiale contemporaneo. In tutto quest’anno ne fanno parte 50 lungometraggi e un cortometraggio d’animazione da ben 43 Paesi diversi. Otto le tematiche principali dei film selezionati: dai “Mondi Neri”, a “Europa Europa”, “I sistemi autoritari e la loro eco”, “Asia dell’est”, con produzioni dalla Cina e da Hongkong, “Brasile”, presente con ben 5 lungometraggi, “Berlino, promessa di felicità”, “Film Musicali” e “Film a tematica omosessuale”, tra cui il film di Luca Guadagnino, che difatti è uno dei 37 film selezionati dalle diverse sezioni del Festival a concorrere per il Teddy Award, il più importante riconoscimento al mondo per i film sull’omosessualità, introdotto nella Berlinale nel 1987 e giunto quest’anno alla 31. edizione. Il Teddy Award verrà assegnato la sera di venerdì 17 febbraio nella “Haus der Berliner Festspiele”.
Se quest’anno i film italiani sono decisamente pochi, ci riempie invece di gioia l’importante omaggio alla carriera alla costumista italiana Milena Canonero, che sarà premiata con l’Orso d’Oro alla Carriera. Saranno presentati 10 tra i suoi film più celebri, da “Arancia meccanica” a “Shining” a “Barry Lindon” di Stanley Kubrick, fino al Coppola di “The Cotton Club” e del “Padrino Parte III”, “Maria Antonietta” di Coppola figlia, “Dick Tracy” di Warren Beatty, “La mia Africa” di Sydney Pollack e “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson. Nella sua lunga carriera Milena Canonero ha vinto quattro Academy Award e ha collezionato ben cinque nomination all’Oscar. Il prestigiosissimo premio le sarà consegnato giovedì 16 febbraio al Berlinale Palast, e subito dopo la premiazione verrà proiettato Shining.
Tra le altre sezioni presentate dai diversi curatori: Forum, quest’anno focalizzata soprattutto sui documentari, Forum Expanded, Perspektive Deutsches Kino per i giovani talenti tedeschi, Retrospektive dedicata quest’anno ai film di fantascienza, Berlinale Shorts, ampia sezione dedicata ai cortometraggi, Kulinarisches Kino (cinema culinario), Generation, sezione dedicata ai film per i più giovani(14+), Native, sul cinema indigeno, il cui focus quest’anno sarà sui paesi del Circolo Polare Artico, con film dalla Siberia al Canada alla Groenlandia, e Berlinale Classic, con la proiezione di classici del cinema digitalizzati e restaurati.
Quest’anno è stato introdotto un nuovo premio: il “Glashütte Original Dokumentarfilmpreis”. Sponsorizzato appunto dall’azienda Glashütte, il premio sarà assegnato al miglior film-documentario della Berlinale. Per questo premio concorrono 16 produzioni selezionate da diverse sezioni del Festival. Da rimarcare come il documentario sia una forma cinematografica molto presente alla Berlinale. Quest’anno si contano ben 92 documentari selezionati.
Un discorso a parte meritano l’”European Film Market”, il “Berlinale Co-Production Market” e la sezione “Berlinale Talents”.
L’European Film Market rappresenta una delle più importanti piattaforme mondiali per lo scambio e l’acquisto di diritti cinematografici e contenuti audiovisivi. Sono attesi ben 9.000 partecipanti tra produttori, investitori, compratori, agenti ed espositori. L’EFM avrà luogo dal 9 al 17 di febbraio nel Martin Gropius Bau e presso il Marriott Hotel a Potsdamer Platz. Il Messico sarà il Paese Focus di questa edizione. Tra le varie iniziative da ricordare: “EFM Horizon”, in cui verranno presentati i trend dell’industria cinematografica del futuro: per esempio “Game 3 Cinema” che unisce i videogiochi con il grande schermo, “ EFM Startups”, in cui delle startup selezionate presenteranno le loro strategie di marketing e le loro tecnologie, ed altre ancora. E quest’anno vi sarà per la prima volta anche un “Afrika Hub”( dal 10 al 15 febbraio), incentrato appunto sui progetti e le innovazioni del cinema africano. Per maggiori informazioni: https://www.efm-berlinale.de/en/home/homepage.html
La 14. Edizione del Berlinale Co-Production Market avrà invece luogo dal 12 al 15 febbraio nel palazzo di fronte al Martin Gropius Bau. Registi e produttori di 36 progetti cinematografici accuratamente selezionati verranno fatti incontrare con 550 tra coproduttori, finanziatori internazionali e canali televisivi. Vi saranno 1200 incontri tra le parti. Tra i registi dei progetti scelti figura l’italiana Laura Bispuri, (regista de “La Vergine Giurata”, film presentato due anni fa proprio alla Berlinale), con il progetto in cerca di ulteriori finanziamenti“ Daughter of Mine”. Una sezione particolare è dedicata a nuovi progetti per serie televisive: “Co-Pro Series”, che avrà luogo presso il cinema “Zoo Palast”. Per ulteriori informazioni: https://www.berlinale.de/en/branche/berlinale_co-production_market/index.html
Berlinale Talents (dall’11 al 16 febbraio presso le tre sale del cinema “HAU Hebbel am Ufer”), giunta alla 15. Edizione, presenterà 250 talenti da 71 nazioni diverse. Si tratta di giovani attori, registi, sceneggiatori, compositori e tanto altro, che avranno la possibilità di scambiare le loro professionalità, di incontrare esperti e di partecipare ad incontri e convegni. Quest’anno vi sono sei giovani talenti italiani invitati: Cristina Picchi, Piernicola di Muro, Michele Vannucci, Davide Favargiotti, Lorenzo Cioffi e Carlo Salsa.
La Berlinale 2017 conta 399 film invitati, di cui 74 tedeschi, ricorda Kosslick. Tra le star che sfileranno sul tappeto rosso: Richard Gere, Cecile de France, Stanley Tucci, Rebecca Hall, Kristin Scott Thomas, Geoffrey Rush, Penelope Cruz, Nina Hoss, Catherine Deneuve, Robert Pattinson, Josef Hader, Maurice Bleibtreu.
Alla fine, dopo aver risposto a qualche domanda di alcuni giornalisti e dopo un doveroso ringraziamento agli sponsor che permettono di finanziare il Festival i cui costi si aggirano intorno ai 25 milioni di euro, Kosslick ricorda che la Berlinale è il Festival del Cinema con la più massiccia presenza di pubblico al mondo- il che è palpabile e rappresenta a mio parere uno dei punti di forza di questa kermesse, molto poco elitaria- e che in una società in cui le vecchie ideologie hanno fallito, in un mondo cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, la Berlinale per tradizione si è sempre rivolta e continua e continuerà a rivolgersi ai secondi.
I biglietti della Berlinale saranno in vendita al pubblico a partire da lunedì 6 febbraio alle ore 10, presso le Arkaden di Potsdamer Platz, presso il cinema Kino International sulla Karl-Marx Allee, presso la Haus der Berliner Festspiele a Wilmersdorf e presso l’Audi City Berlin sul Ku’damm. Un limitato contingente sarà riservato ai biglietti on line, acquistabili direttamente sul sito ufficiale del Festival, dopo apposita registrazione.
Autore: Barbara Ricci