Vivere in un’altra città ma soprattutto in un’altra nazione, è un’esperienza che, possiamo dire, ci cambia la vita, ci rafforza, e che soprattutto non viene senza difficoltà. Decidere di trasferirsi all’estero molte volte non è una decisione semplice. C’è chi lo fa per darsi una seconda possibilità, per cominciare da capo o perché curiosi con tanta voglia di fare un’esperienza lavorativa diversa. Berlino è una città che attira persone e soprattutto giovani da tutte le parti del modo, per il suo fascino minimalista, ma anche dinamica, e soprattutto per le diverse possibilità di lavoro.
Uno dei posti in cui, tutti i giorni persone provenienti da tutte le parti del mondo, con diverse posizioni ma sempre in ambito scientifico, s’incontrano è all’Istituto Max Planck, dai tecnici di laboratorio a dottorandi, da postdoc a group leader, dove la lingua principale è l’inglese. Qui di seguito ci sono le storie di ragazzi trasferitisi qui a Berlino, chi alla ricerca di un’opportunità migliore, chi per realizzare il sogno di vivere in questa nazione, chi perché già conosceva qualcuno e così via. Ovviamente, il trasferimento, la diversità culturale e linguistica, ha portato vantaggi e svantaggi…
Sara, 30 anni, Dottoranda, Iran, a Berlino dal 2014
“Mi sono trasferita a Berlino perché ho vinto una posizione di dottorato a Golm, Potsdam dopo aver finito il mio Master. Dopo il dottorato vorrei trovare un lavoro in industria. L’ambiente lavorativo a Golm è molto piacevole e posso dire che la parte migliore è la sua internazionalità, e anche se ognuno ha un background culturale diverso, è proprio quello che abbiamo in comune: diversi background!
Per quanto riguarda l’ambiente lavorativo, qui ognuno fa parte della società del Max Planck, indipendentemente se sei group leader o dottorando e questo riduce la gerarchia, tutti socializzano con tutti e il rapporto lavorativo è più semplice. Inoltre si ha una certa libertà nel portare avanti e sviluppare le proprie idee e si ha la possibilità di usare altri laboratori o strumenti con la minima restrizione possibile. Basta essere curiosi e ti ritrovi lì, dietro allo strumento e a usarlo! Lo svantaggio sono i contratti temporanei delle persone: è un continuo via vai di persone, quindi l’ambiente lavorativo cambia in continuazione.
Per me Berlino non è così speciale, e onestamente sono qui semplicemente per il mio lavoro, ma c’è da dire che lo stile di vita berlinese è abbastanza semplice e minimalista, il che significa che le persone non si stressano per le cose materiali ma sono più focalizzate su ciò che amano fare. Inoltre diversi eventi avvengono qui a Berlino e si ha la possibilità di sperimentare cose diverse, e c’è anche un volo diretto su Teheran!
In futuro vorrei tornare in Iran, Berlino è un posto temporaneo per studiare o lavorare per un certo periodo. Spero di trovare un lavoro o sviluppare qualche progetto che sia connesso in qualche modo con la mia città natale, in modo da poter avvicinare le due città. Qui a essere onesta, ho amici da tutte le parti ma non tedeschi. Non parlo ancora tedesco ma riesco a farmi capire in qualche modo, sono ancora in fase di apprendimento! Non ho dei posti preferiti poiché preferisco zone verdi e rurali, però del mio paese mi mancano la famiglia, il sole e le montagne.
Inoltre qui in Germania non mi abituerò mai alla lenta burocrazia… E la maggiore difficoltà trovata qui è il modo di fare “No English” dappertutto, soprattutto nei manuali di istruzioni e nei medicinali. Per quanto riguarda il cibo tedesco preferito, beh se la schnitzel è tedesca, allora è quello il mio piatto preferito! Del mio paese invece ci sono diversi piatti tipici preferiti, ma quello preferito più di tutti è uno spezzatino con salsa di melograno e noci, un sapore agrodolce. Berlino per me è un posto bello ma di transizione, da rimanere fino a quando sarò abbastanza giovane da sopportarlo…”
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Autrice: Maria Antonietta Carillo