In occasione del trentennale dalla riunificazione della Germania vorrei iniziare la rubrica linguistica del Berlinitaly Post con un articolo incentrato sulla lingua della Wendezeit, la lingua di un periodo di svolta epocale per le due Repubbliche Tedesche di allora, un periodo pieno di speranza ma anche di paura verso un futuro incerto ma allo stesso tempo emozionante.
La prima volta che arrivai a Berlino fu per fare ricerca per la mia tesi universitaria in lingua tedesca, argomento: il lessico della Wendezeit.
Wendezeit significa letteralmente tempo di svolta, di cambiamento e si riferisce al momento storico direttamente antecedente e successivo alla caduta del muro di Berlino nel Novembre del 1989. In questo periodo si sviluppò un linguaggio particolare, perlopiù politico, che rispecchiava le evoluzioni socio-politiche di quell’epoca e che è andato però quasi completamente perso durante gli ultimi vent’anni. Durante la mia ricerca mi concentrai sulle parole e i sentimenti che le persone associavano alla Wende, alla svolta, indipendentemente dal fatto che l’avessero vissuta nella RDT o nella RFT.
Una delle parole più rappresentative di questo periodo storico, che tuttora mantiene un molteplice significato è die Mauer (il muro). Die Berliner Mauer rappresentava quella barriera invalicabile la cui costruzione iniziò il 13 agosto del 1961, sulla Bernauer Strasse, tra i quartieri di Mitte e Wedding. Questa barriera faceva parte della strategia propagandistica della Germania Est per bloccare l’esodo dei cittadini che cercavano ogni giorno di lasciare la Germania Orientale dirigendosi verso quella Occidentale che vedevano come sinonimo di libertà.
A causa degli svariati tentativi di fuga, il governo della RDT temeva di perdere potere e cercò così in tutti i modi di mantenere consensi. Alla costruzione di un muro di cemento intorno a Berlino Ovest seguì presto una propaganda pressante da parte della SED (Sozialistische Einheitspartei), il partito di unione socialista, che iniziò a vietare addirittura l’uso di certe parole ritenute “pericolose”. Una di queste era proprio die Mauer. Al suo posto divenne d’obbligo l’uso dell’espressione: Antifaschisticher Schutzmauer (muro di protezione antifascista). Questo neologismo esaltava quello che si voleva far credere fosse lo scopo principale di questa costruzione, ovvero proteggere i cittadini da un’invasione fascista” da parte del capitalismo americano, alleato della Germania Occidentale. Allo stesso modo, anche la RFT aveva creato un neologismo per il Muro di Berlino, ovvero Schandmauer, il muro della vergogna, che divideva due parti della stessa medaglia: una Germania divisa anche da espressioni linguistiche e dizionari differenti. Ecco alcune parole che facevano parte del lessico della RDT e che adesso sono quasi completamente scomparse dall’uso comune:
- Kaufhalle: con questa parola ci si riferiva al supermercato, termine che è stato completamente sostituito da Supermarkt, anche se in alcune parti dei nuovi Bundesländer si possono ancora trovare riferimenti a questo termine.
- Kosmonaut era l’astronauta, parola che veniva preferita al suo corrispettivo derivante dall’inglese Astronaut, perché si avvicinava per assonanza di più al termine russo космонавт (kosmonaut appunto).
- Dederon era il materiale che oggi viene chiamato universalmente Nylon e che, essendo un composto derivante da New York e dal suffisso chimico -on, fu sostituito dal più socialista DeDeRon. Ovvero l’acronimo di Deutsche Demokratische Republik seguito dal suffisso chimico -on.
- Jahresfigur mit Flügeln letteralmente “figura annuale con le ali”: con questo termine si identificava nella RDT l’angelo di Natale. Questo termine piuttosto bizzarro, doveva rendere pronunciabile una figura facente parte del mondo religioso, un tema che la politica della Repubblica Federale Tedesca aveva deciso di ignorare, essendosi schierata contro la Chiesa.
Dopo la Wende la lingua tedesca ha iniziato a inglobare sempre di più prestiti provenienti dall’Inglese, soprattutto grazie all’avvento di internet su scala globale. Quello che rimane del lessico che aveva avuto origine nella Repubblica Democratica Tedesca è stato abbandonando quasi del tutto oppure etichettato come Ostdeutsch (dialetto regionale orientale).