KINDHEIT ALS SOZIALE KONSTRUKTION

KINDHEIT ALS SOZIALE KONSTRUKTION
Photo Credit To Marnie Joyce

Als ich noch klein war,
war alles so einfach,
alles so neu, ja.
Nichts war unmöglich,
es gab keine Grenzen,
ich wusste, alles wird gut.

Jetzt sitz ich hier,
bin fast erwachsen – noch nicht ganz,…”

[trad. “Quando ero piccola,
Tutto era così facile,
tutto così nuovo, sì.
Niente era impossibile,
non c’erano limiti,
Sapevo che tutto sarebbe andato bene.
Ora mi siedo qui,
sono quasi cresciuta – non del tutto, …”]

 

…così inizia la canzone “Happy end” cantata da Bibi Blocksberg, protagonista della famosa serie televisiva-canora “Bibi & Tina“, una sorta di Hanna Montana tedesca…
La teenager è una piccola strega (“eine kleine Hexe“) che in questa canzone si interroga sul difficile rito di passaggio che comporta inevitabilmente la crescita con conseguenti dubbi ed abbondanti flash back all’infanzia nel relativo e coloratissimo video.


Ebbene sì, la società tedesca interroga sin dai primi anni i suoi giovani figli, i cittadini del futuro, in riguardo all’argomento crescita e così:

  • bambini già al Kindergarten (la scuola materna) provano l’emozione privata di una “Uebernachtung“, cioè dormire una notte a scuola con le insegnanti, lontano da mamma e papà; si recano ad una visita pubblica al Bundestag, il Parlamento tedesco;
  • bambini di prima elementare frequentano -durante l’orario della scuola dell’obbligo- un minicorso, gestito dalla Polizia cittadina, per imparare i segnali stradali base (divieto di fermata, di sosta ecc…) e come si traversa la strada, fanno esercizi teorici a mo’ di gioco, nonché pratici con tanto di giubbottino fosforescente, per essere ben visibili in strada;
  • ai genitori di questi bambini di prima viene consigliato di aprire un conto corrente bancario dedicato con la possibilità per il minore di movimentazione di pochi euro al mese; ai bambini vengono consegnate banconote e monete di carta, per acquisire pronta dimistichezza con il tema denaro, che peraltro diviene parte dell’insegnamento curricolare della matematica;
  • bambini di terza elementare frequentano – sempre durante l’orario della scuola dell’obbligo- un corso per andare in bici con tanto di casco (ovviamente), sia per gestirsi nel traffico cittadino, sia per non essere un pericolo per la comunità con conseguenti costi sociali in termini di sanità pubblica e di assicurazioni (sì, i tedeschi pensano e si organizzano sempre a 360°);
  • …e così via…

Da noi, in Italia, la questione è un pò diversa: in quanto eredi della tradizione giuridica di Cicerone e di Giustiniano (oltre altri) le persone fisiche secondo il codice civile italiano hanno piena capacità di agire al raggiungimento della maggiore età, ossia al compimento degli attuali 18 anni. A questa età il giovane italiano, digiuno del mondo giuridico-economico e spesso delle basi dell’educazione civica (pare infatti sia stato abbandonato tale insegnamento nella scuola dell’obbligo) deve in quattro e quattr’otto imparare a:

  • saper gestire un conto corrente bancario;
  • andare alle assemblee di condominio;
  • preneder la patente…senza peraltro alcuna nozione base di primo soccorso (altra differenza con la Germania) e senza alcuna nozione del comportamento del pedone, che (a contrario dei Paesi Nord-europei) cammina spesse volte nello stesso verso veicolare, laddove é più sicuro camminare in senso contrario al predetto, in modo da vedere l’eventuale pericolo e soprattutto essere visto dai guidatori;
  • … anche qui…e così via…

E’ chiaro dunque che è molto più difficile un’emancipazione per il giovane italiano, spesso lasciato solo in questi riti di passaggio o supportato dalla famiglia, che sostituisce un wellfare statale di fatto inesistente… Ad ogni buon conto tutti noi, a tutte le latitudini, ci siamo spensieratamente rotolati nell’erba e ci siamo interrogati sul nostro futuro, come la piccola Bibi…

Autore: Violetta

DISSONANZE vuole essere una piccola rubrica ove parlare di alcune “divergenze” percepite da un occhio italiano a Berlino, contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui. Leggi gli altri articoli

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Violetta

Sono italiana e faccio su e giù tra Berlino e Roma dall'estate del 2014. Amo il mare, stare all'aria aperta, leggere ed imparare cose nuove, nonché viaggiare in compagnia. In BerlinitalyPost parlo di alcune "divergenze" percepite da un occhio italiano a Berlino; contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui a Berlino.

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