Intervista a Susanna Capurso

Intervista a Susanna Capurso

Sono seduta al sole con Susanna Capurso in un Biergarten sul Lietzensee, un lago bellissimo nel cuore del quartiere di Charlottenburg. Susanna è un’ attrice italiana che vive a Berlino da ben 33 anni. Vanta un curriculum ampissimo e di tutto rispetto. Ebbi la fortuna di lavorarci insieme quattordici anni fa.  È una delle pochissime attrici italiane ad essersi davvero inserita con successo nel mondo teatrale e televisivo tedesco. Susanna recita al momento in tre diverse produzioni teatrali berlinesi e vanta ruoli da protagonista in serie televisive tedesche importantissime e di grande popolarità. E si vede. Mentre chiacchieriamo uno dei camerieri la apostrofa amichevolmente. E le capita spesso di essere riconosciuta per strada dai suoi ammiratori. Accendo il microfono e Susanna inizia subito a raccontare con la passione che la contraddistingue:

– …Mi sono Trasferita a Berlino trentatré anni fa perché ho sposato un attore tedesco. Prima di venire qui ho lavorato diversi anni in Italia come attrice. Ho studiato recitazione in Italia. Io sono pugliese di nascita. Ho vissuto in Puglia fino alla maturità e poi mi sono trasferita a Roma. Vivo qui a Berlino dall’83. Appena arrivata ho passato un anno ad imparare la lingua, che è fondamentale per noi attori, sennò non si va da nessuna parte. Dopodiché ho cominciato a fare i primi provini. Ho avuto il primo ingaggio teatrale al “Kammerspiele” e da lì è iniziata la mia seconda carriera. Io la considero la mia seconda carriera, in quanto la prima l’avevo iniziata a Roma. E da allora ho praticamente sempre lavorato, sia in teatro, che al cinema, che in televisione.

Qual è stato l’impatto con la mentalità tedesca?

– Nell’83 quando sono arrivata io l’impatto è stato tremendo. Io venivo da Roma, una città calorosissima, vivevo a San Lorenzo dove ci conoscevamo tutti… era straordinario. Sono arrivata a Berlino che c’era ancora il muro, c’erano pochissimi stranieri allora, pochissimi italiani. C’erano sì gli emigrati dei decenni precedenti, ma la maggior parte di loro lavoravano nei ristoranti, erano manovalanza. Non vi erano quasi artisti italiani. E se il mondo teatrale era un ambiente comunque fantastico e interessante, il cittadino normale berlinese era molto chiuso, molto freddo, con quest’umorismo tipico molto particolare… che per me è un umorismo in cui ridono solo loro, a me non piace. Lo trovo becero.

Adesso è ancora così?

– Adesso è diverso. Berlino è estremamente cambiata da quando è caduto il muro. È internazionale, cosmopolita.  Ma il primo anno trascorso ad imparare la lingua è stato duro, molto duro. Inserirmi non è stato facile, sia per la lingua che per il modo di essere.

Qual’è la prima cosa che consiglieresti ad un attore/attrice italiana che volesse trasferirsi a Berlino ora?

– Beh oggi per un attore trasferirsi è molto più difficile perché nel frattempo ne sono arrivati tanti, tantissimi di attori. E i ruoli sono pochi. In Germania vi sono 20.000 attori. Ma coloro che possono mantenersi con questo mestiere sono appena duecento. Quindi i tempi d’oro sono più che finiti. Dall’Italia negli ultimi dieci anni sono arrivati decine di migliaia di giovani…ovviamente non tutti vogliono fare gli attori, però la situazione odierna è molto più complicata. Gli affitti qui a Berlino sono aumentati tantissimo, le case in vendita idem. Di lavoro in generale ce n’ è poco poi, specialmente a Berlino. 

Tu hai un accento italiano quando reciti in tedesco o sei riuscita ad eliminarlo?

– L’accento posso modularlo. Sono in grado di diminuirlo quasi del tutto per cose in cui non serve…per esempio in teatro, in cui vi è parecchio tempo per provare. E infatti a teatro faccio ruoli non solo da italiana. Invece in televisione si seguono degli schemi. Nessuno ti prende in considerazione se parli senza accento, non mi farebbero mai fare un ruolo da tedesca. Anzi, spesso mi chiedono di rafforzare il mio accento italiano, di calcarlo.

Quindi in televisione l’accento è un plus, un vantaggio?

– Sì, in un certo senso sì, però si cade sempre nei cliché. La televisione è cliché. È pensata a cassetti…la bella ragazza, la mamma, la nonna, il commissario. E per una donna è ancora più difficile perché vi sono meno ruoli. Vi sono molti più ruoli maschili. Per esempio se in un progetto si cercano dieci attori, di norma sette sono uomini e tre donne. Poi se ci aggiungiamo il fatto di avere un accento, di essere stranieri…voi capite che diventa difficile trovare un ruolo.

Nella tua esperienza hai notato dei pregiudizi verso gli italiani qui in Germania?

– Io sono sempre stata puntuale e precisa, già da prima, in Italia. Sono sempre stata una perfezionista nel mio lavoro.  E questa mia maniera di lavorare è la maniera in cui si lavora qui. Quindi mi sono sempre trovata bene. Però se uno qui si presenta al lavoro impreparato, senza aver studiato bene la parte nel caso di un attore…o in ritardo…ecco, questo in Germania proprio non funziona. Qui poi si fanno i provini. Non si hanno i ruoli perché si è amico o parente o amante di qualcuno. Qui i ruoli li ottieni se ti ritengono giusta. E se sei brava. Punto. Vi è più meritocrazia. Quindi sì, un certo pregiudizio c’è nei confronti dell’italiano considerato arraffone, ritardatario, però è anche vero che se dimostri di essere una persona affidabile e professionale non avrai mai problemi. Qualsiasi lavoro tu faccia.

E i pregiudizi di noi italiani verso i tedeschi? Sono fondati secondo te?

– Beh…il fatto che siano un po’ rigidi…questo è vero. Però sono diversità che uno deve accettare. I tedeschi della mia generazione hanno avuti i genitori che hanno fatto la guerra…Venivano da un certo tipo di passato e di mentalità. Quindi spesso non hanno avuto la mamma coccolona che abbiamo avuto noi in Italia. Hanno avuto un’infanzia particolare, più dura. Invece le nuove generazioni credo siano più libere e quindi meno rigide. Però ovviamente non si può mai fare di tutta l’erba un fascio perché anche qui ci sono tante persone straordinarie di ogni età.

Quindi il tuo bilancio di questi trentatré anni berlinesi è tutto sommato positivo?

– Sì. Tranne l’impatto che è stato duro, poi dopo sì. Io poi, al contrario di tanti altri, mi sono trasferita per amore. Nell’83 a Roma avevo tutto: lavoravo come attrice, avevo un appartamento favoloso e tanti amici. Non mi mancava nulla. Non mi sono trasferita per necessità. Ho lasciato l’Italia per motivi personali. Poi, qualche anno fa, quando quell’amore è finito, mi sono chiesta cosa fare: se tornare a Roma dove ho ancora un appartamento, o restare qui. Sarei potuta tornare in Italia e continuare a lavorare qui per la serie tv “Lindenstrasse” in cui sono stata impegnata per tanti anni. Mi avrebbero pagato i voli senza problemi. Però poi alla fine ho deciso che no…Roma è una città meravigliosa, ma buttarmi dentro quel caos… l’idea di infilarmi in quella quotidianità così caotica mi ha fermato. Preferisco andarci in vacanza, godermela nei momenti di relax. Ma viverci adesso, dopo essermi abituata in un altro modo, per me sarebbe stressante.

Ti manca l’Italia?

– Eh certo!  L’Italia è meravigliosa. Le persone, il calore…Però io ci vado tutti gli anni, in vacanza. Io non potrei vivere qui a Berlino se non avessi le mie sei settimane l’anno minimo da trascorrere in Italia. Non ce la farei. Il tempo che passo in Italia mi ridà ossigeno per continuare a stare qui. Però a questo punto della mia vita vivere solamente in Italia…no… non ce la farei. Non sopporto più una certa approssimazione. Non potrei più. La vita è più complicata a Roma. Andare alla posta e la burocrazia in generale…fare cose quotidiane è più faticoso in Italia. Ti mandano da un ufficio all’altro, ti fanno impazzire. Cambiano le regole in continuazione.

Quindi il tuo futuro lo vedi a Berlino?

– Sì. L’Italia me la godo in vacanza. È il paese più bello del mondo quando hai le possibilità per godertelo. Qui invece ho la mia base.

Hai un posto del cuore a Berlino?

– Questo…Il Lietzensee.

Hai sempre vissuto nella ex Berlino Ovest?

– Sì, essendo arrivata quando c’era ancora il muro, sì. Il mio primo quartiere è stato Kreuzberg, che mi piace da morire. Poi ho vissuto a Tiergarten, vicino la Nationalgalerie. Poi sono stata dieci anni a Steglitz, molto carino, poi altri dieci anni a Westend, anche lì molto carino. E adesso vivo da otto anni a Charlottenburg. Questi sono i quartieri a cui sono più affezionata.

Grazie Susanna! Per me è stato davvero un immenso piacere rivederla e intervistarla.

La seconda parte dell’intervista incentrata sui dettagli e gli aneddoti della sua ricca carriera di attrice italiana in Germania è stata fatta da una collega di Berlinitaly. E uscirà a breve.

Autore: Barbara Ricci

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Barbara Ricci

Mi chiamo Barbara, ho 44 anni, sono nata a Roma e frequento la Germania dal ' 98. Sono un' attrice. Ho lavorato sia in Italia che in Germania per diverse produzioni televisive.  Mi sono anche laureata in Lingue ( Francese e Inglese) alla III Università di Roma.  Ho due figli ( Niccolò di 14 e Sophia di 9) che frequentano entrambi scuole italo-tedesche. Mio marito è tedesco (attore anche lui) e insieme abbiamo vissuto prima a Monaco di Baviera, poi a Berlino dal 2005 al 2007, Roma, Colonia, e nel 2011 siano tornati a Berlino. Qui in Germania non ho solamente lavorato come attrice, ho anche saltuariamente esercitato altre professioni, soprattutto di intermediazione tra aziende tedesche e italiane e nell "Assistenza Clienti". Adoro Berlino, oramai fa parte di me, ma in tutti questi anni  ho sempre mantenuto  un legame solido e imprescindibile con la mia città natale, Roma, e con l' Italia.

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