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Intervista a Silvia Astengo, 45 anni di età, della provincia di Savona in Liguria, vive a Berlino da 18 anni.
Perché hai deciso di venire proprio a Berlino?
In realtà avevo già studiato il tedesco, per cui ero un po’ avvantaggiata per la lingua, ma principalmente mi trasferii a Berlino per scrivere il dottorato, farlo in Italia era quasi impossibile, quindi, dato che avevo dei contatti tramite l’università, partii e mi stabilii qui.
Cosa facevi prima in Italia?
Studiavo musicologia e suonavo il pianoforte.
Raccontaci qualcosa della tua attività qui.
Principalmente faccio la traduttrice, mi occupo di diversi settori, dalle lingue al diritto, dal marketing ai videogiochi. Per lo più mi capita di tradurre dal tedesco e dall’inglese all’italiano. Ripartisco anche lezioni di lingua italiana.
Com’è stato l’impatto con la mentalità tedesca?
Sinceramente il primo impatto con la mentalità tedesca l’ho avuto in Italia. Quando all’epoca iniziarono i primi Erasmus, ebbi la possibilità di conoscere e collaborare con diversi gruppi di tedeschi, subito notai delle differenze con il nostro modo di fare, li trovai un po’ più chiusi di noi, forse un po’ freddi, ma per il resto, nulla da dire, anzi, mi piacque la loro precisione e la loro lealtà.
La cosa di Berlino che ti affascina di più? E cosa sopporti meno?
Berlino è una città variopinta, adoro le tante culture e le diversità culturali che con essa si presentano, oltre a ciò mi piace la libertà di poter in un certo senso fare quello che ti pare. Non mi piace invece vedere la gente con il cosiddetto “muso lungo”, Berliner Schnautze; ho spesso riscontrato situazioni imbarazzanti in cui chiedendo semplicemente delle informazioni, vieni guardato con fare quasi antipatico o a volte addirittura non ricevi neanche risposta, ma fortunatamente si tratta di episodi isolati.
La cosa che più ti manca dell’Italia? Cosa invece sei felice di aver lasciato?
Come penso per la maggior parte degli italiani, mi manca mare. Sono invece assolutamente felice di aver lasciato tanta ipocrisia, falsità e soprattutto mania di apparenza, la quale è molto diffusa in Italia, dove ormai conta quasi più come appari e non ciò che in realtà sei.
Qual è il tuo cibo preferito a Berlino?
Non ho un vero e proprio cibo preferito, mi piace un po’ di tutto, anche perché a Berlino c’è la possibilità di mangiare qualsiasi cosa o qualsiasi tipo di cucina. Diciamo che io preferisco quella etnica, ma anche la cucina berlinese ha alcuni piatti che gusto volentieri.
Qual è il tuo posto del cuore a Berlino?
Senza ombra di dubbio Prenzlauer Berg, ci vivo ormai da tanti anni ed è il quartiere che conosco meglio.
Cosa consiglieresti a chi sta per trasferirsi a Berlino?
Non vorrei essere scontata ma consiglierei indubbiamente di imparare bene la lingua tedesca come prima cosa, e poi di diventare puntuali, a volte noi italiani non siamo molto precisi in quanto a puntualità.
Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i berlinesi? E quale pregiudizio verso i tedeschi dovrebbero abbandonare gli italiani?
Quello che più mi da fastidio è sentir dire che tutti gli italiani parlano a voce alta ed in più sono casinisti, secondo me non è vero, può darsi che tendiamo a parlar tanto, ma non tutti urlano. Come al contrario, non è assolutamente vero che tutti i tedeschi sono precisi e puntuali, infatti possono essere molto flessibili.
Tre cose da avere/essere per vivere felici a Berlino.
Avere il senso dell’orientamento sicuramente, dato che a volte Berlino può confonderti, poi sapersi adattare è fondamentale, data anche la continua evoluzione di questa città, ed infine serve tanta volontà, voglia di fare e di provare a realizzarsi.
Autore: Enza Granato