Intervista a Maria Grazia Beltrami

MgbDa diversi anni a questa parte in Italia si assiste ad una crisi delle case editrici, che sembrerebbe però ormai superata, stando al Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia del 2016 pubblicato dall’AIE, l’Associazione Italiana Editori. Anche se comunque potrebbe sembrare ancora ardito investire nel settore editoriale, c’è chi ha deciso di portare avanti una nuova avventura in terra teutonica e di partecipare a un’attività strettamente legata ai libri, come è il caso di Maria Grazia Beltrami con la casa editrice Le Mezzelane. Scopriamone di più nell’intervista.

Da dove vieni e da quanto tempo sei a Berlino?
Sono nata a Cremona, mi sono poi spostata in diversi altri posti al nord Italia e per ultimo ho abitato a Udine. La scelta di venire a Berlino è stata presa insieme al mio compagno, che aveva bisogno di imparare il tedesco per ragioni lavorative e complice il fatto che a Berlino conoscevamo già qualcuno. Ci siamo trasferiti qui nel dicembre del 2013.

Qual è stato il tuo percorso professionale?
Il mio percorso professionale non è stato quello classico di chi, in genere, lavora per una casa editrice. Infatti, essendo laureata in chimica, ho lavorato per 15 anni come progettista di impianti chimici. Quando mi sono licenziata ho iniziato a dedicarmi a tempo pieno alla letteratura, per la quale ho sempre avuto una passione sin da piccola. Ho così frequentato dei corsi di scrittura creativa in Italia, scritto testi per il web e sono diventata addetto stampa per il Comune di Gorizia. Qui a Berlino ho portato avanti il mio lavoro di traduttrice e poi ho fondato insieme a Rita Angelelli la casa editrice Le Mezzelane, a metà tra le Marche e Berlino.

Raccontaci della casa editrice Le Mezzelane: quando è nata e come è stato scelto il nome? Quali sono le vostre collane?
La casa editrice è nata ufficialmente a giugno 2016 e il suo nome deriva da un termine del dialetto marchigiano che veniva utilizzato nel ‘700 per indicare un tessuto misto di lana, chiamato appunto mezzalana. Le nostre collane, pubblicate sia in formato cartaceo sia in ebook, spaziano tra molti generi: giallo, rosa, narrativa per ragazzi, poesie, saggi, fantascienza, libri umoristici e alcune serie particolari, come Thesaurus, dedicata alle associazioni, e Scritter, composta da libri brevi presentati nel formato della cioccolata Ritter.

In cosa consiste il tuo ruolo nella casa editrice?
Sono capo redattore e svolgo quindi diversi compiti. Oltre a editare gli autori che seguo e a confrontarmi con loro, mi occupo anche di supervisionare il lavoro degli altri editor, di discutere dei comunicati stampa e degli eventi da preparare con la proprietaria della casa editrice (Rita Angelelli). Insieme a lei faccio anche la cernita dei manoscritti che verranno editati per poi essere pubblicati. Inoltre decido con la grafica come apparirà la copertina del libro.

Si afferma che gli italiani leggono sempre meno. Come vedi questa tendenza?
Non credo che gli italiani leggano meno, ma che vengano piuttosto poco istruiti alla lettura. L’attività del leggere viene ancora vista come una piaga sociale e ciò è dovuto anche al fatto che gli insegnanti non stimolano gli studenti a leggere per piacere e quindi non mostrano la lettura come un qualcosa di divertente. Affinché questa tendenza cambi, deve cambiare l’insegnamento nelle scuole; bisognerebbe quindi propendere a lasciare una maggiore autonomia allo studente che deve essere più libero di scegliere di leggere ciò che più gli aggrada e che si dimostri in linea con la sua sensibilità, invece di imporre, ad esempio, la lettura dei classici a tutti i costi.

Quanti manoscritti ricevete in media in un mese e quanti sono quelli inviati dagli italiani che vivono qui a Berlino?
Riceviamo tantissimi manoscritti ogni mese, ma purtroppo sono ancora pochi quelli inviati dagli italiani che vivono a Berlino.

Come funziona l’iter di pubblicazione?
Si comincia con il fare una prima selezione scegliendo gli autori che mostrano cura nel presentarsi, dimostrano di essersi documentati sulla casa editrice e hanno seguito le linee guida per l’invio dei manoscritti illustrate sul nostro sito. Questi testi finiscono nel nostro cloud e vengono letti successivamente da almeno due persone. Se il libro è piaciuto a entrambe, all’autore viene inviata una bozza di contratto per poter proseguire con l’editing e poi con la pubblicazione. Se, invece, il giudizio sul manoscritto è negativo, si invia una scheda di valutazione, dando all’autore alcuni consigli da seguire che gli permetteranno, eventualmente, di ripresentarsi in futuro.

Vi occupate solo di autori italiani?
Al momento sì, ma siamo in contatto con una casa editrice canadese e quindi in futuro verranno pubblicati anche dei libri tradotti in italiano.

Noti delle differenze tra i manoscritti inviati da italiani che abitano in Italia e quelli che sono espatriati a Berlino? Le loro esperienze e la conoscenza di un’altra lingua e mentalità si riflettono forse nel loro modo di scrivere?
Nei manoscritti degli italiani che vivono qui a Berlino si sente molto l’influsso del tedesco: c’è una maggiore attenzione per la sintassi, che a volte però rimane molto legata alle strutture tedesche e questo può produrre degli effetti comici in italiano. Da un punto di vista contenutistico, finora sono emerse tematiche relative all’impatto con la cultura tedesca e vengono ad esempio sottolineate peculiarità della vita berlinese o affrontate le differenze tra italiani e tedeschi.

Ho visto che avete da poco indetto il concorso letterario “Lettere dal futuro” e che organizzate in tutta Italia delle presentazioni di libri. Ci saranno anche degli eventi qui a Berlino?
Sì, la prima presentazione si terrà il 26 maggio all’Ataya Caffè. Durante la serata interverranno Bruno Sebastiani, che parlerà del suo romanzo storico “Mai e sempre”, ambientato ai tempi della DDR, e l’insegnante di yoga Daniela Pandozi con “Se assaggio lo yoga, poi finisce che mi piace”, dove sono trattati diversi motivi per accostarsi allo yoga, anche quando non si è più così giovani.

Com’è stato nel tuo caso l’impatto con la mentalità tedesca?
Il mio impatto con la mentalità tedesca è stato strano perché un conto è venirci da turista, come ho fatto per molti anni, e un altro è viverci stabilmente. Sin da subito mi sono integrata grazie all’ausilio dello Stato tedesco, notando però che non è sempre tutto perfetto come ce lo raccontano.

La cosa che più ti manca dell’Italia e la cosa che sei felice di aver lasciato.
Dal punto di vista alimentare, in realtà non ho nostalgia di molte cose perché ormai riesco a trovarle anche qua. L’unica cosa che qui manca è il sole e in generale il clima è diverso che da noi. La cosa che invece sono felice di aver lasciato è l’uso costante dell’auto, indispensabile in Italia, visto che il trasporto pubblico non è tra i più efficienti.

Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i tedeschi e viceversa?
Gli italiani dovrebbero abbandonare il senso di inferiorità rispetto ai tedeschi, mentre i tedeschi, a parte scordare i classici stereotipi, dovrebbero smettere di scambiare il nostro modo di essere estroversi con il disordine.

Tre cose da avere o essere per vivere felici a Berlino.
Secondo me serve una certa dose di fatalismo, perché vivere qui per un espatriato non è facile e, soprattutto all’inizio, serve del tempo per abituarsi, poi non bisogna sentirsi inferiori e infine, tra le cose da avere, c’è una casa con il balcone.

Hai un libro da consigliare ai lettori del BerlinitalyPost?
Ovviamente tutti quelli delle Mezzelane (ride). Per chi vive all’estero, mi sento di consigliare “Guerra e Pace” di Tolstoj perché è un libro che dà tanto e che risulta utile perché presenta tutte le situazioni che un europeo può affrontare in Europa.

Che consigli daresti agli aspiranti scrittori?
Leggere molto e qualsiasi tipo di libro, senza avere dei pregiudizi, e scrivere.

Autore: Valentina Lo Iacono

About The Author

Valentina Lo Iacono

Appassionata di lingue, letteratura e ogni aspetto culturale che possa essere definito tale. Ama viaggiare e dedicarsi alle attività collaterali che un viaggio comporta. Di recente ha maturato anche un forte interesse per la tecnologia, che le offre spunti interessanti per la stesura di alcuni articoli. Qualche anno fa è approdata a Berlino e ancora non se n'è andata. Quando non scrive qui, la trovate su Cocktail di libri, un blog dedicato alla lettura e a riflessioni sull'italiano.

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