Lorenzo Dalfino, 40 anni, originario di Sestri Levante, ci racconta in un’intervista come la sua ricerca per il nuovo lo porti ad affrontare e testare di continuo nuovi orizzonti lavorativi.
Cosa ti ha portato a Berlino? Perché proprio Berlino?
Esclusivamente questioni di cuore. Nel ‘98 ho incontrato in Italia una ragazza berlinese con la quale è nato subito l’amore: purtroppo le distanze ed i vari impegni personali non ci hanno permesso di proseguire la nostra relazione ma il destino era lì ad aspettarci ed è stato così che ci siamo incontrati nuovamente. Con la dolce attesa di nostro figlio ho deciso di trasferirmi del tutto a Berlino. In realtà non avrei mai pensato di potermi trasferire così a nord: io sono più un tipo da maglietta a maniche corte ed infradito per tutto l’anno, ma si sa, l’amore è la forza motrice più potente al mondo.
Cosa facevi prima in Italia?
Sono un tipo a cui piace cambiare: è il segreto contro l’abitudine e la noia. Inizialmente ero nel settore della moda a Milano, mi occupavo del controllo vendite di grossi marchi; successivamente ho gestito un negozio a Genova per tre anni per poi cambiare completamente campo mollando la moda e buttandomi a capofitto in un ambito con cui nulla avevo a che fare: l’edilizia. Con il supporto di mio cugino abbiamo aperto un’impresa di costruzioni che ho dovuto lasciare quando mi sono trasferito a Berlino.
Raccontaci qualcosa della tua attività qui.
Il mio lavoro principale rimane la gestione di un’azienda di ristrutturazione di interni. Questo non mi limita però, anzi: sono sempre motivato dalla ricerca di nuovi stimoli lavorativi. Mi occupo da poco infatti anche di Network Marketing, un progetto internazionale che si pone come obiettivo quello di cercare costantemente dei nuovi partner e compagnie interessate. Si tratta di inserire le aziende nel più grande circuito internazionale di acquisti: sono per questo alla ricerca appunto di imprese, ma anche di chi voglia promuovere il progetto.
Parlaci di questa tua nuova attività.
In poche parole, inserisco aziende nel circuito pubblicitario e shopping più esteso nel mondo. I consumatori che comprano al suo interno hanno sconti in ogni negozio, anche online. Le attività, a loro volta, hanno un significativo aumento di visibilità, come per esempio un’applicazione specifica (CRM) per la gestione clienti, oltre che un significativo aumento di fatturato. Cerco anche partner che mi aiutino a portare avanti il progetto, non per forza berlinesi, ma di qualunque provenienza e collocazione, essendo per l’appunto un progetto internazionale . Nel caso qualche lettore volesse saperne di più questi sono i miei recapiti. +49 (0)176 72354574 lorenzodalfino@libero.it
Com’è stato l’impatto con la mentalità tedesca?
Nulla di cui potermi lamentare: credo di avere una mente abbastanza aperta ed entusiasta del cambiamento, inoltre la mia compagna è tedesca, e dunque non avrei proprio alcuna cosa da dire a sfavore dei tedeschi, anzi; ho notato come, agli inizi, quando ancora il mio tedesco era da principiante, apprezzavano molto il fatto che provassi a parlare la loro lingua, anche con un risultato non ideale, ma questo bastava per essere accettato e considerato uno del posto.
La cosa di Berlino che ti affascina di più? Cosa invece sopporti meno?
Il punto forte di Berlino, almeno secondo le mie necessità, è di sicuro la natura che la circonda. Amo passeggiare solo nelle foreste. Sarebbe difficile dire che c’è qualcosa di questa città che non sopporto perché mi piace davvero tanto, però ecco, potrei lamentarmi dello sporco: per quanto bella ed affascinante, Berlino rimane ancora, in alcuni punti, lercia.
Cosa ti manca di più dell’Italia? Cosa sei felice di aver lasciato?
Non vorrei essere scontato ma non posso che dire il mare, da buon surfista e pescatore nel tempo libero. Non sono felice di aver lasciato l’Italia, sono felice di arricchirmi culturalmente, non sono scappato dal nostro Paese, valuto tutto come un arricchimento, i problemi sono opportunità.
Qual è il tuo cibo preferito a Berlino?
Amo cucinare quindi la mia cucina ha sicuramente un’impronta tipicamente italiana, non mi dispiace però anche la cucina tedesca, in particolare gli Spätzle (pasta all’uovo) o la Bauernfrühstück con uova strapazzate.
Qual è il tuo posto del cuore?
Sicuramente Tiergarten, è casa, ci ho sempre vissuto ma a parte questo è un luogo che da pace e tranquillità, una finestra sul verde nel bel mezzo di una capitale mondiale.
Cosa consiglieresti a chi sta per trasferirsi a Berlino?
Di credere in se stesso e di non ascoltare i suggerimenti degli altri se prima non crede sempre in ciò che si vuole. Ognuno ha un percorso da fare a modo proprio.
Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i tedeschi? Quale pregiudizio verso i tedeschi dovrebbero abbandonare gli italiani?
Parto dal presupposto che il pregiudizio arrivi da un piccolo fondamento di verità che si estende poi a cliché, ragione per cui entrambi sbagliano ed al tempo stesso hanno ragione. Il fatto che noi siamo più fantasiosi e loro più seri, non fa di noi dei fannulloni e dei tedeschi solo gente concreta. Bisogna dire che tutto il mondo è paese, i fannulloni ed i geni ci sono ovunque, quello che ci differenzia tutti è la cultura, e quella è fondamentale che resti invariata, per far sì che non diventiamo tutti essere omologati.
Tre cose da avere o essere per vivere felici a Berlino.
Amare se stessi, non avere paura dei problemi, saper ridere delle cose.
Autore: Enza Granato