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Intervista a Guia Princigalli di Bari, 42 anni, vive a Berlino dal 1998
Da quanto tempo sei a Berlino e cosa facevi prima in Italia?
Sono a Berlino dal 1998, ho passato quindi un terzo della mia vita qui. Mi sono laureata in Italia in lingue e qui ho conseguito una seconda laurea in traduzione e interpretariato.
Prima di trasferirmi quindi studiavo, sono partita che avevo 25 anni, proprio il giorno dopo la laurea con l’intenzione di perfezionare il tedesco e rimanere solo un anno…
Raccontaci qualcosa della tua attività qui
Gestisco il mio lavoro da casa, dove ho un mio studio. Il privilegio del traduttore è quello di non dover attraversare la città per andare a lavorare ma avere sempre tutto sotto controllo. Per anni ho lavorato per un’agenzia che però poi ha sempre più ridotto il volume di lavoro, ho lavorato in seguito per altre agenzie e 4 anni fa sono stata inserita tra i traduttori giurati.
Com’è stato l’impatto con la mentalità tedesca?
Quando sono arrivata qui il tedesco già lo parlavo in quanto laureata in lingue, anche se non perfettamente, è una lingua comunque difficile che all’inizio da’ problemi, la laurea aiuta ma non spiana tutta la strada. Il primo anno fu davvero molto bello, era il primo vero momento di libertà dopo gli studi, erano gli anni 90, Berlino era una festa mobile. Dopo un anno cominciai a sentire i sensi di colpa e iniziai a lavorare e studiare seriamente. Ho sempre avuto un rapporto conflittuale con i berlinesi che si lamentano di tutto, rapporto che si è risolto solo di recente, da quando ho cominciato ad ignorare questo atteggiamento. Non ho mai avuto però difficoltà ad avere rapporti sociali, venivo sempre invitata a qualsiasi evento ed accolta a braccia aperte.
Posso dire che con i tedeschi è odio e amore, ho imparato a conoscerli più profondamente e riesco ora un po’ più a comprenderli nei loro limiti e diversità.
La cosa di Berlino che ti affascina di più/ la cosa che sopporti di meno
Mi piace il fatto che a Berlino si trovi tutto, c’è gente interessante da tutte le parti del mondo, è un punto di incontro davvero molto stimolante e sempre in movimento. D’altra parte però questo continuo essere in cambiamento della città fa sì che ogni tanto senta il bisogno di fermarmi. Nonostante Berlino sia molto più tranquilla di altre capitali europee frenetiche, a volte avrei bisogno di più calma, di gente più rilassata e di compensare con la natura. E poi non vorrei dire la cosa più scontata ma ovviamente il cielo grigio è quello che sopporto di meno…
La cosa che più ti manca dell’Italia/ la cosa che sei felice di aver lasciato
Essendo di Bari mi manca il mare ovviamente, non mi manca però l’inaffidabilità degli italiani, o meglio dei baresi. Gli italiani a Berlino invece mi piacciono, è una bella comunità. E’ vero che quando si arriva non si vogliono incontrare altri connazionali ma dopo tanti anni si finisce di avere voglia di fare “comunella”. Ad ogni modo sono felice di essere qui, a Bari non si muove nulla o comunque ben poco, c’è un’atmosfera di letargo rispetto a quella fresca che si respira qui.
Qual è il tuo cibo preferito a Berlino?
Non ricordo di essere mai stata in ristorante tedesco a Berlino… mi piace il fatto di trovare cibo di tutto il mondo ma non c’è un cibo tedesco in particolare che amo, mangio volentieri gli spaetzle ma non originari di Berlino.
Qual è il tuo posto del cuore a Berlino?
Ce ne sarebbero diversi, ma ecco, la biblioteca in Potsdamer Platz (Staatsbibliothek zu Berlin ) la adoro. Ora sono tanti anni che non ci vado ma per me rimane un luogo edificante anche dal punto di vista architettonico.
Cosa consiglieresti a chi sta per trasferirsi a Berlino?
Una cosa abbastanza scontata: mettersi un annetto con la testa nei libri e imparare il tedesco meglio possibile. E’ l’unico modo per integrarsi veramente, per non rimanere nel ghetto, è fondamentale, molti hanno un rigetto anche dopo anni ma non puoi lamentarti se non parli neanche la lingua del posto dove hai scelto di vivere. Come puoi aspettarti che gli altri ti vengano sempre incontro se non fai tu il primo sforzo di integrazione?
Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i berlinesi?
Molto spesso ci vedono sempre un po’ come delle macchiette, quando invece nel nostro lavoro andiamo a fondo alle cose e puntiamo alla qualità e a volte bisogna dimostrare di avere un certo spessore per essere credibili.
Gli italiani che sono qui portano avanti tanti bei progetti e questo però ci da’ un certo prestigio.
E quale pregiudizio verso i tedeschi dovrebbero abbandonare gli italiani?
Forse il ritenere i tedeschi un popolo freddo, se si riesce a diventare amici davvero di un tedesco si scopre che sa essere molto solidale, almeno per la mia esperienza. Non ho tanti amici tedeschi ma quelli che ho li sento davvero fedeli.
Tre cose da avere/essere per vivere felici a Berlino
Avere molta energia perché si tratta di un posto che offre tanto e bisogna fare una selezione per partecipare alla vita della città. Nel mondo del lavoro viene richiesta puntualità, almeno io essendo italiana e del sud voglio sempre dimostrare qualcosa e sfatare certi miti e sono a volte più puntuale dei tedeschi, quindi anche precisione, un po’ come un computer, devi funzionare bene e sempre.
Infine un po’ di improvvisazione, è una città che cambia sempre e bisogna saper improvvisare e avere spirito di adattamento.
Autore: Valeria Lucci