GUARDA IL PROFILO DI GIULIA SU BERLINITALY
Intervista a Giulia Borriello, 32 anni, “Berlinitaliana” da 2 anni (quasi tre), Psicologa e Psicoterapeuta.
Incontro Giulia nel piccolo Caffè Katulki di Neukolln, il posto giusto per scambiare due chiacchere sul tema Italiani-a-Berlino; tra Croissant fatti a mano e thè caldi serviti in tazzine barocche.
Abbiamo pochissimo tempo ma Giulia è molto disponibile e ogni risposta è carica di dettagli e orgoglio.
“Perché hai deciso di venire proprio a Berlino e cosa facevi prima in Italia? Da quanto tempo sei a Berlino e che lavoro facevi prima di questo?”
Giulia mi dice che in realtà è molto più vecchio il suo amore per Berlino, poiché era sovente visitarla anche tre quattro volte l’anno con il fidanzato, e mi svela che è stato proprio con quest’ultimo che ha deciso di trasferirsi, diventato poi suo marito. E’ stato il cuore quindi a decidere la meta (il luogo del loro fidanzamento) , spronato senz’altro anche da una forte motivazione personale al cambiamento e pressioni per la vita quotidiana con l’avvento della “crisi” italiana.
A Berlino da quasi tre anni, si è trasferita dopo che in Italia ha conseguito la laurea in Psicologia presso l’istituto San Raffaele di Milano, ha collaborato per qualche anno come ricercatrice presso lo stesso istituto, e preso un Master in Neuroscienze Internazionali. Si è buttata nel mondo del lavoro decisamente a capofitto: a Como si occupava di un centro di riabilitazione psichiatrica, a Milano di un ambulatorio per i disturbi di ansia, e a Novara un azienda presso la quale faceva selezione del personale.
Dopodiché, la decisione. E di conseguenza la preparazione per questo viaggio: documenti, casa, lavoro (le ricerche dall’Italia non hanno avuto grandi frutti) e mi svela che un grande consiglio che avrebbe voluto ricevere è proprio quello di prepararsi molto bene e in anticipo su tutto ciò che è necessario a un cambiamento di vita cosi grande. “Non partire sprovveduti” .
“Raccontaci qualcosa della tua vita qui”
Mi dice che appena arrivata si è dedicata principalmente allo studio della lingua e alla ricerca delle documentazioni necessarie per iniziare un’attività qui (traduzione della laurea, partita IVA tedesca…) poi ha trovato un fortunato annuncio per affittare un ambulatorio in una scuola di Neukolln, dove ha iniziato a garantire supporto psicologico agli immigrati (la maggioranza sono Vietnamiti, Sudamericani e Italiani).
Poco tempo dopo ha trovato in rete questo annuncio della “Awo – Kreisverband Berlin” che cercavano una sostituta italiana per una psicologa in maternità. E’ qui che ancora attualmente lavora parallelamente a differenti iniziative come l’associazione “AssoSalutare e.V” fondata nell’ottobre 2013 assieme ad altre due colleghe; il progetto “le Balene possono volare” con il marito; e il suo studio privato in Rixdorf.
“Come è stato l’impatto con la mentalità tedesca? Quali sono le difficoltà che un italiano può incontrare nei confronti della mentalità tedesca?”
Giulia pensa sia la lentezza la grande risorsa ma anche il grande scontro iniziale con la mentalità tedesca. Noi Italiani non ci siamo culturalmente portati, ma è solo una questione di abitudine dei primi mesi, poi lentamente si fa spazio dentro di noi.
“La cosa di Berlino che ti affascina di più e quella che sopporti di meno?”
E’ pronta subito a dirmi quella che sicuramente sopporta di meno: Il buio invernale. Grande problema per noi mediterranei. Mentre quella che più l’ha affascinata è stata la grande cooperazione e il grandissimo altruismo dei tedeschi.
“La cosa che più ti manca dell’Italia e quella che sei felice di aver lasciato?”
Dell’Italia le mancano tanti “cuori” le sue persone care, ma è felice di averci lasciato tante apparenze, che ingannano sempre. Tuttavia, non si rinnegano mai le radici, e anche lei come quasi tutti i Berlinitaliani sogna una vecchiaia “tra le braccia del mare e dei monti”.
“Qual è il tuo cibo preferito a Berlino?”
Il Hackbraten mit Kartoffeln und Rotkohl !
“Qual è il tuo posto del cuore a Berlino?”
Il Borgo Boemo di Rixdorf, dove oggi ha lo studio privato.
“Che cosa consiglieresti a chi si sta per trasferire a Berlino?”
Oltre che i consigli di cui mi ha già prima parlato, aggiunge che bisogna notevolmente abbassare le aspettative alla partenza.
“Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i tedeschi e viceversa?”
A noi di non giudicare la loro estrema freddezza (sorride e mi dice che forse è stata lei molto fortunata) e per i tedeschi invece il legare la nostra cultura solamente alla gastronomia e alla cucina!
“Tre cose da avere per essere felici a Berlino”
…. Ma infondo, che cosa è la felicità?
Autore: Lucrezia Butera