Pochi luoghi al mondo possono eguagliare l’atmosfera magica di Berlino, capitale europea per antonomasia dell’innovazione, della creazione artistica e perché no, anche della trasgressione. Una trasgressione che il più delle volte non è intesa come “disobbedire” o eccedere i limiti ordinari e convenevoli, ma che semplicemente si rifà all’etimologia del termine stesso: “andare al di là”, un annullare le convenzioni, i netti confini tra le categorizzazioni che la società costruisce e impone. In una piovosa serata autunnale, presso lo scenario quasi surreale dell’Anomalie, nel cuore della Berlino dell’est, prende vita la live performance del “Micromega Project”. La location, già di per sé molto particolare, è famosa per ospitare eventi che, come leggiamo nella descrizione sulla pagina web dedicata, hanno la prerogativa di essere “integrati con elementi che toccano le aree dell’esplorazione artistica, della ricerca scientifica, nonché della spiritualità. Il nome Anomalie e il concetto dietro di esso sono nati dal desiderio di deviare dalla norma, dalla regola, dalle rigidità e dai suggerimenti subliminali”, ponendo enfasi sulla peculiarità dell’individuo al di fuori di schemi e categorizzazioni.
Insomma, in perfetta sintonia con questo progetto attraverso il quale si entra un spazio nuovo, un universo parallelo in cui le misure di grandezza delle cose e la percezione delle stesse sono mescolate insieme. Arte, musica, scienze si fondono per trovare la loro massima espressione nella performance dell’artista, padre del progetto.
Alessandro Zannier è un artista visivo, musicista, songwriter e performer unico nel suo genere, in quanto i “concept” dei suoi album si traducono anche nelle arti visive e nella scrittura, attraverso mostre, pubblicazioni, concerti ed eventi. Come “Ottodix”, il nostro artista pubblica sei album, una raccolta e una biografia realizzando uno dei progetti più originali e stimati della wave elettronica italiana. Come artista visivo Zannier ha esposto in Italia, Ungheria, Francia, Germania e più volte in Cina (Biennale Italia Cina).
La sua nuovissima installazione digitale Micromega Project è un’opera d’arte senza precedenti che spazia tra divulgazione, musica, arte, scienza e filosofia, sul filo ambiguo della mistificazione e della realtà e che come un climax, trova la sua massima espressione nel concerto finale in cui 9 livelli presentati tra giochi di luce e ombre, catapultano lo spettatore in una realtà unica; dal “CERN”, all’”Elettricità”, alla “Risonanza”, passando per la “Planisfera” e la “Sinfonia di una galassia”, fino ad arrivare al “Multiverso”. La passione del protagonista per la sua opera ed il pubblico estremamente coinvolto, ma anche attento a carpire e comprendere il significato dietro i testi, dietro la musica, rendono il progetto ancora più interessante.
È arte a tutto tondo, è storia che ti avvolge e ti porta in un’altra dimensione. Difficile da rendere in ogni sfaccettatura senza aver prima vissuto l’esperienza di persona.
Proprio data l’unicità di tale progetto abbiamo voluto ancora di più indagare i meandri dietro la realizzazione di questa opera d’arte, quindi abbiamo chiesto ad Alessandro:
Quale precisa sensazione/emozione/input vuoi comunicare al tuo spettatore?
Faccio il musicista/cantante/autore da anni e sono un artista visivo di formazione e di mestiere. Con questo progetto “Micromega”sono finalmente riuscito a portare le due cose allo stesso livello in un unico format, con un messaggio preciso, basato sulla filosofia e sulla scienza.
Quello che cerco di dare allo spettatore con le mie opere, le mie parole e la mia musica, è sostanzialmente la possibilità di accedere a un mondo fatto di visioni, di fantasia, di tecnologia, di poesia e di utopie.
Questa è la parte visionaria e di intrattenimento, ma tutti questi linguaggi e questi input hanno uno scopo preciso, quello di far riflettere a suon di metafore, anche in modo amaro, sulla società, sugli errori ricorrenti dell’uomo contemporaneo e sull’ineluttabilità del nostro destino in relazione alla natura e alla fisica.
Mi piace insomma affrontare grandi temi, quali etica, progresso, tecnologia, fisica e astrofisica, visioni future, che riguardano la collettività e i singoli individui in mezzo al tutto e al cosmo. Di canzoni d’amore, d’amicizia, sul quotidiano, sulla noia/gioia esistenziale, ce ne sono già abbastanza e credo che molti miei colleghi abbiano già detto la loro in merito.
E poi ancora, qual è il target di persone che vuoi raggiungere (etá, professione, …)?
Buona domanda. Vista la proposta, i contenuti tra un brano e l’altro nello show e i testi stessi delle canzoni, verrebbe da dire un pubblico adulto, più maturo, ma invece è una sfida aperta a tutti e per tutti. Anzi, soprattutto ai giovani.
Sono tutte tematiche più importanti per i giovanissimi che vivranno i prossimi (apocalittici) anni, che per gli over 40 come me. Uno dei target, come luoghi di esibizione, per i concerti e le mostre di Micromega, è proprio la scuola e l’università (oltre a musei, planetari, osservatori, orti botanici e festival della scienza o della filosofia).
Credo che il bilanciamento tra quartetto, elettronica, rock, testi autoritari e visuals, sia un mix in grado di coinvolgere età differenti e fazioni reciprocamente diffidenti di pubblico, facendo uscire gente dai gusti diversi, convinta di avere assistito a qualcosa di speciale.
Una performance che lascia senza fiato nonostante gli imprevisti, infatti come ci racconta Alessandro: “purtroppo abbiamo avuto un inconveniente molto serio; un incidente all’ultimo minuto capitato al primo violino del quartetto, che ha trascorso la serata in pronto soccorso, lasciandoci con il terzetto che si muoveva suonando partiture fatte di contorno al violino mancante, il più brillante e squillante tra i quattro. Le frequenze di una sala concerti per elettronica che esaltano le basse, hanno fatto il resto.
Con il quartetto incompleto è stata privilegiata la performance della band e del pianista, anche se in “Nessuno Su Marte” piano e terzetto hanno eseguito un vero miracolo, riarrangiando in tempo reale le parti per sopperire alla mancanza del primo violino.
Credo sia stata una serata fantastica e azzardata, per i contenuti e per la modalità con cui è stata portata in scena, eseguendo canzoni difficili in lingua italiana e con sottotitoli e letture in inglese nei visuals, oltre ad un’introduzione in tedesco curata dal fisico Daniele Facchini. Un vero mix di lingue sotto il cappello della scienza, della musica e dell’arte in un posto davvero magico come Anomalie Art Club. Le mie opere nella sala adiacente rimarranno esposte fino all’8 novembre.”
Questa e l’Italia quella bella, quella che sperimenta e che crea. L’Italia visionaria e artista che plasma i confini delle cose, del mondo, dei pianeti e che supera tali confini creando opere a tutto tondo.
Non resta che consigliarvi di visitare Micromega Project fino all’8 novembre presso l’Anomalie Art Club nella Storkower Strasse 123, 10407.
Autrice: Alessandra Rago