“Sabbia a perdita d’occhio, tra le ultime colline e il mare – il mare – nell’aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.”
Questo è l’incipit di uno dei più noti romanzi dello scrittore italiano Alessandro Baricco, mi riferisco a “Oceano mare” edito nel 1993, nel quale è protagonista il mare: H2O + NaCl per composizione chimica, simbolo della vita secondo Freud, cangiante e sempre uguale, bello e terribile, evocativo e surreale, taumaturgico, attorno al quale ruotano i personaggi di questo scritto con il loro vissuto e le loro paure. Da queste è bloccata il personaggio Elisewin e tramite il mare inizierà il suo processo iniziatico e salvifico.
Forse è questa presenza familiare che manca di più ad un italiano a Berlino, tranne che si tratti di un valdostano!
Che fare? O si rimane immobili, come nei regimi totalitari senza alcun distinguo, o ci si mette in cammino, alla ricerca di una magnifica rivoluzione interiore…
E così spingendoci sempre più a Nord, qui in Germania, troviamo la meravigliosa Isola di Ruegen sull’Ostsee, cioè il Mar Baltico, la quale merita veramente di passarci un weekend ed assoporare la sua bellezza con la Kreidekuste e paesaggi incantevoli.
Oppure si può andare ad Hamburg e rimanere ipnotizzati dal Mare del Nord con i suoi colori metallici, il suo porto commerciale e soprattutto la Elbphilarmonie, cioè la filarmonica, sì perché il mare è anche musicale e quindi nulla di più appropriato.
Cosa mi manca di più del mare ?
La sua eco sempre diversa, eppur costante, il suo profumo frizzante…in una parola la sua presenza.
Ieri sera però l’ho sentito forte, forte, anzi fortissimo gonfiarsi dentro di me nell’interpretazione di una portentosa Nina Hagen, che canta una cover dei Rammstein accompagnata dal gruppo metal finlandese Apocalyptica.
Del resto la nostra metamorfica Nina ha una profondità vocale paragonabile, in femminile appunto, a Till Lindmann, oltre ad avere una presenza scenica da tener testa a Frida Kahlo, con la quale condivide le eccentriche pettinature e i numerosi teschi con i quali è effigiata la sua veste nel videoclip.
Si tratta , qui, della canzone “Seemann”, dove il “marinaio” vaga per mare in uno spazio che è metaforico, interiore e proprio di quel romanticismo tedesco pregno di “Sehnsucht“, “desiderio del desiderio“, cioè “una ricerca di qualcosa di indefinito nel futuro” secondo lo studioso Ladislao Mittner. E’ infatti un concetto diverso dalla cd. “nostalgia” nei poemi omerici, dove si tratta vi è un doloroso viaggio di ritorno per Ulisse, quindi di un qualcosa rivolto al passato.
Ed ora prendetevi tempo per ascoltare, per leggere … per vivere il mare, qui foriero del futuro ed infatti l’invito è a salire sulla barca, solcare il mare e la Sehnsucht sarà il timoniere di questa migrazione interiore, illuminata dalla luce di un faro e costellata di oniriche sirene nel videoclip.
“Komm in mein Boot ein Sturm kommt auf und es wird NachtWo willst du hin so ganz allein treibst du davon Wer hält deine Hand Wo willst du hin … Komm in mein Boot |
” Vieni sulla mia barca una tempesta sta arrivando e sta diventando notteDove vuoi andare così completamente sola stai andando alla deriva Chi tiene la tua mano Dove vuoi andare … Vieni sulla mia barca |
E così, anche se non è il caldo Mar Mediterraneo, sono stata travolta da quello che Baricco nel citato romanzo chiama “l’abbraccio liquido del mare”…come per incantamento…
Autore: Violetta
DISSONANZE vuole essere una piccola rubrica ove parlare di alcune “divergenze” percepite da un occhio italiano a Berlino, contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui. Leggi gli altri articoli