Chi non ha mai sentito parlare dei Maya? In molti ormai conoscono le bellissime ed affascinanti piramidi maya situate nel bel mezzo della natura primitiva del centro America: chi perché ha avuto la fortuna di vederle dal vivo, chi si è dovuto accontentare di vederle in fotografia, siamo un po’ tutti affascinati dalla loro bellezza. Quanto sappiamo di questo popolo tanto antico ma di tanto recente conoscenza?
Sapevate che in realtà queste popolazioni sono vissute più di 3500 anni? È difficile datare con esattezza ma grazie ad alcuni studi è stato possibile identificare alcuni ritrovamenti risalenti addirittura al 2500 a.C. circa, per poi arrivare alle più recenti costruzioni rinvenute recentemente. La folta popolazione indigena maya passò da quasi otto milioni di abitanti a malapena un milione di persone nell’arco di tempo di circa 100 anni, dal 1520 d.C. circa al 1697 d.C., quando l’ultima città maya venne presa dai conquistatori spagnoli, i quali, negli anni successivi all’approdo di Cristoforo Colombo, presero d’assalto quei luoghi incontaminati e riuscirono ad impadronirsene, decimando la popolazione e sfruttando le risorse naturali che la terra offriva.
Nonostante le molte conoscenze che abbiamo in nostro possesso grazie agli studi degli esperti, ci sono alcuni aspetti di queste tribù a noi ancora sconosciuti, anche perché gran parte della loro storia è andata perduta con la distruzione delle loro città.
Dal 12 aprile al 7 agosto 2016, il Martin Gropius Bau a Berlino ospita, tra le altre mostre presenti, una esposizione dei resti a noi oggi pervenuti di questo affascinante quanto misterioso popolo. Da statue ad utensili, da geroglifici a gioielli, un tuffo nel passato per scoprire qualcosa in più di questa etnia amante dell’arte, della bellezza, della musica, della scrittura e dell’astrologia.
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Autore: Enza Granato