Giampaolo di Cocco, artista ed architetto fiorentino ormai da tempo quasi trapiantato definitivamente in Germania. Uomo poliedrico che negli anni ha sviluppato la propria ricerca visiva e percettiva attraverso svariate discipline , dall’architettura alla pittura, dalla narrativa al giornalismo.
Tutto questo lo ha portato nel corso della sua vita ad avere una percezione mutevole della realtà che ci circonda, tutto è in continuo cambiamento, nulla è definito ma pur sempre capace di trasmettere sensazioni forti che rimarranno a lungo impresse nel nostro essere.
Il concetto di statico ed immobile va continuamente a scontrarsi con quello di scomposto, non chiuso, ogni forma è aperta, può mutare da un momento all’altro.
Giampaolo di Cocco spiega la sua passione e il suo interesse per le installazioni ambientali, dove la parte architettonica viene integrata dall’oggetto artistico, come ad esempio nell’Olympia Zeppelin III, il famoso sigaro volante esposto nel 1990 alla stazione berlinese dell’Olympia Stadium, lungo 26 metri, caratterizzato da una spiccante eterogeneità di materiali che si fondano tra loro e riecheggiano una maestosità integrata perfettamente con lo spazio circostante.
Durante il suo percorso artistico e lavorativo numerose sono state le possibilità di poter esprimere la sua personale visione del mondo ed in particolare del concetto di arte, ne è da esempio la fondazione della rivista Abaco con Luciano Caruso nel 1977 o le innumerevoli installazioni ed opere artistiche realizzate a Marsiglia, Pistoia, Genova, Kassel e Colonia.
La ricerca del materiale è itinerante, è uno dei punti nevralgici del suo lavoro, vediamo l’impiego costante di ferro vecchio zincato, dell’alluminio, del legno e del piombo che grazie alla maestria dell’artista risultano essere estremamente leggeri, soffici, dalle forme arrotondate e sinuose.
Il mobile che si scontra sempre con l’immobile e da cui nascono “semi” è uno dei temi ricorrenti soprattutto nella serie degli aeroplani e dei sarcofagi, dove il concetto della morte viene interpretato come un viaggio, esso è un mezzo di trasporto, la nostra automobile che ha il potere di condurci in una nuova dimensione per la maggior parte a noi sconosciuta.
Numerose sono le mostre che hanno visto protagonista Giampaolo di Cocco, ricordiamo quella del 2013 alle Gallerie d’Italia di Milano dal nome Wunderkammer o quella della Galleria Fellini di Berlino fino ad arrivare nel 2015 all’esposizione Leviathan II al Neues Kunst Forum di Colonia.
Oggi, dopo una lunga ed accurata ricerca, Giampaolo di Cocco apre nel maggio del 2012 il centro d’arte Abaco space / Contemporary Art, situato a Kunow nel Brandenburgo a 80 Km dal confine della città di Berlino. Un ex fattoria prussiana, carica di storia ed attualmente completamente restaurata, adibita a luogo di vita e lavoro per artisti, mostre, performances, conferenze e concerti.
Alcune scene del video qui sopra – Mein Kleines Labyrinth – (Set Up Production) sono girate negli ambienti di Abaco Space.
Il progetto così prende vita, unione di vari pensieri, esposizioni di varie opere internazionali che nascono e si fondano con le energie culturali del luogo.
Autore: Roberta Rosignoli
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