EIN BLICK IM KRAFTWERK…lo sguardo di ULISSE tra Berlino e Roma

EIN BLICK IM KRAFTWERK…lo sguardo di ULISSE tra Berlino e Roma
Photo Credit To Violetta

…l’anima, quando pensa, non fa altro che dialogare, interrogando se stessa” (Socrate, Teeteto di Platone).

Questa frase di un famoso filosofo greco apre un film, che si intitola “Lo sguardo di Ulisse“, cioè di quell’eroe dell’antica Grecia che solca in lungo e in largo il Mar Mediterraneo, affrontando varie peripezie in un viaggio non solo geografico, ma personale.

Il tema del viaggio, anzi dei viaggi, è caro a tutti, specie a Berlintaly Post, che si propone come un binomio dialettico indissolubile fra le due Nazioni e diviene punto di ritrovo di alcuni espatriati, che peraltro contribuiscono a condividere le loro esperienze.

E’ caro anche a me quindi questo tema: migrare, errare, viaggiare, approdare poi verso “nuovi lidi“, nuove esperienze, che inevitabilmente ci cambieranno più di quanto noi ce ne vogliamo capacitare.
Appena giunta a Berlino, nell’estate 2014, ho “incontrato” questa città in occasione del festival musicale “ATONAL“, che si tiene annualmente al Kraftwerk. Varco la porta di un edificio industriale e “non vago per una città dolente tra la perduta gente”, anzi vengo catapultata in un’altra dimensione, una sorta di “Paese delle meraviglie”, ma con un’atmosfera alla “Blade runner”: luci stroboscopiche, neon fluorescenti mi trafiggono, mentre salgo gli scaloni di cemento e mi invitano a dilatare la mente ed abbracciare il diverso. Giungo quindi all’ultimo piano e delle musiche, che non ho mai sentito prima mi sconquassano dentro.
Cerco di riorganizzare il pensiero, poi giungono delle immagini, quasi delle allucinazioni, sullo schermo in fondo all’ambiente principale sotto il quale si esibiscono gli artisti.
E’ un’esperienza totalizzante e sinestetica, cioè che colpisce più sensi. Gradisco molto lo spettacolo, sono euforica.

Questo mi riporta ad altro festival, nostrano (non vi preoccupate Sanremo!? Noooo), di musica elettronica, “DISSONANZE”, tenutosi in più edizioni e locations su Roma, anche se più spesso nel magnifico quartiere Eur e precisamente al Palazzo dei Congressi, mirabile esempio di architettura razionalista (dopo abbiamo solo una lunga notte…architettonica).

All’epoca della mia visione di questo Festival, nel 2007, intuii soltanto la grandezza e la peculiarità dell’evento stesso, ma non ne seppi apprezzare la sostanza….il mio hardware mentale non era stato riformattato e quindi era troppo sovraccarico, per saper accogliere le novità. Rimasi in disparte, non capendo assolutamente tutto quell’agitarsi ed entusiasmarsi…ma vi é da dire che ero molto più giovane e fresca di studi, talvolta un po’ troppo astratti.

Ed in questo andare e venire da e per la Germania e l’Italia, si deve vagare di nuovo verso il Kraftwerk, perché fino al 24 settembre 2017 ospita un’iniziativa veramente degna di nota e che consiglio vivamente, sponsorizzata dall’Olympus, che allo scopo offre macchine fotografiche a tutti gli avventori, per sbizzarrirsi all’interno di questa struttura nell’immortalare le diverse installazioni ricche di colori e luce.

incipit

Personalmente ho davvero avuto la percezione, più che mai in questa circostanza, che le barriere sono solo mentali e che come “la musica è l’unione armonica di più frequenze” (un mio amico docet a riguardo), allo stesso modo queste abbondanze di colori ed esplosioni di luce risultano essere per altri versi concerti polifonici, che si offrono spontaneamente a chi li sa cogliere.

concerto-polifonico

Da basso vi trovate sia dei proiettori a parete, sia queste variopinte installazioni in legno, dove potete zuzzurellare e fotografare a rotta di collo tipo cinesino o imbambolarvi in ascetica contemplazione del tutto.

Al piano intermedio invece si trova una vasca di acqua, dove c’è uno stillicidio continuo, che coincide con delle esplosioni di luce sulla superficie liquida. Poi vi è una stanza per così dire spaziale, entrando nella quale, vi sembrerà di essere in un videogioco o nel fim “Tron”…bellissimo, un’altra dimensione, veramente un “Gosth in the shell”.

 

 

All’ultimo piano delle onde di teflon mosse da dei ventilatori riproducono delle onde del mare o una danza lievissima: vi dico solo che già ci sono stata due volte e l’ultima, tanto ero rilassata, che mi sono addormentata sotto.
Andate, provate a lasciare interrogarsi il vostro sé profondo e dialogare con voi stessi. Gute Reise !

Autrice: Violetta

DISSONANZE vuole essere una piccola rubrica ove parlare di alcune “divergenze” percepite da un occhio italiano a Berlino, contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui. Leggi gli altri articoli

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Violetta

Sono italiana e faccio su e giù tra Berlino e Roma dall'estate del 2014. Amo il mare, stare all'aria aperta, leggere ed imparare cose nuove, nonché viaggiare in compagnia. In BerlinitalyPost parlo di alcune "divergenze" percepite da un occhio italiano a Berlino; contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui a Berlino.

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