EFFETTI COLLATERALI. Racconti semifolli da una quarantena. Quando l’alternativa per non impazzire è…farlo del tutto!

EFFETTI COLLATERALI.  Racconti semifolli da una quarantena. Quando l’alternativa per non impazzire è…farlo del tutto!

In un momento tremendo per tutti e per alcuni anche di più, proponiamo uno spazio per svagare la mente così affollata da tanti pensieri in questi giorni. Mai e poi mai vorremmo che le nostre parole potessero ferire qualcuno, ci rendiamo perfettamente conto della gravità del momento e delle tante perdite che alcuni di noi stanno subendo, il nostro intento è solo quello di poter alleggerire con un sorriso gli animi profondamente abbattuti.


Ore 01.10 del primo gennaio 2020.

“Allora ragazzi, adesso facciamo il gioco dei buoni propositi! Ognuno deve dire il suo per questo nuovo anno. Vai Leo, comincia tu!”
“Io non ne ho molti, vorrei ricominciare a fare sport perché mi sono lasciato un po’ andare e viaggiare un po’ di più, mi sono impigrito anche in quello.”

“Mari tocca a te.”
“Allora, a parte il desiderio ormai irrealizzabile di trovare il mio uomo ideale, vorrei smettere di lavorare fino a tardi, prendermi più cura di me, magari con qualche fuga in un centro termale e cercare di essere più positiva in generale! E tu invece, Clod?”

“Beh, mi dispiace deludervi, ma non potrete fare nulla di tutto questo, tra qualche settimana saremo tutti chiusi in casa, senza alcuna possibilità di uscire, perché fuori impazzerà una pandemia senza precedenti!

Leo, sei destinato a lasciarti andare definitivamente, a meno che tu non decida di allenarti in casa con un tutorial di Jane Fonda. In quel caso indossa un body e degli scaldamuscoli e fatti un video, potresti diventare il nuovo fenomeno social. Per quanto riguarda i viaggi, farai al massimo delle brevissime traversate dal letto al divano e dal divano al tavolo della cucina, per rendere il tutto meno noioso potrai mettere il sottofondo di Love Boat.

Mari, c’è poco da ridere, tu non sei messa meglio. Se ti è risultato difficile incontrare il tuo uomo ideale tra feste, aperitivi e cene aziendali, nei prossimi mesi sarà del tutto impossibile, a meno che tu e lui non andiate a fare la spesa nello stesso momento, nello stesso supermercato e capitiate nello stesso scaglione di ingresso. Perché sì, ci saranno anche gli ingressi contingentati per fare la spesa. Se pure vi trovaste allo stesso supermarket, non potrete parlarvi, perché la fila imporrà quasi tre metri di distanza. Il tuo tipo poi dovrebbe essere dotato di due occhi da sturbo per lanciarti qualche avance, perché con la mascherina in viso, sarà un terno al lotto riconoscerci, figuriamoci innamorarci. Ah, sì! Andremo anche tutti in giro con mascherina e guanti monouso, non l’avevo ancora detto?!

Per la questione centro termale invece, potrai comodamente ricreare l’effetto sauna nel tuo monolocale, con una bella pentola a pressione e serrando bene l’unica finestra che hai. Chiudendo gli occhi, con un po’ di positività, ti sembrerà di essere ad Abano Terme!

Ah scusa, dimenticavo il tuo buon proposito di lavorare meno.

Beh, sì, in effetti non andremo più al lavoro, ma il lavoro verrà da noi! Lavoreremo comodamente da casa in smart working, cioè almeno il triplo, perché dovremo contemporaneamente renderci presentabili per le riunioni in videochiamata, cucinare le zucchine per pranzo e solo per capire come accedere alla piattaforma ci metteremo una mattinata intera. L’altra metà della giornata passerà per capire quando prendere la parola in conference call senza accavallarsi. Il tutto senza aver concluso niente e mentre zia Anna ci videochiama a macchinetta su WhatsApp per sapere cosa abbiamo cucinato ed aggiornarci sul bollettino locale dei contagiati”.

Mari, Leo e gli altri, ammutoliti, guardavano Claudia con gli occhi sbarrati, domandandosi se tutto ciò fosse effetto del troppo alcol o di chissà quale sostanza.

Leo rompe il silenzio e con tono provocatorio si rivolge a Claudia: “Bene, grazie a nome di tutti per l’utilissimo aggiornamento! Ma dimmi, tu invece, come te la passerai?”

“Ah, Leo, tranquillo. Io forse peggio di tutti. Con la mia solita ipocondria, mi chiuderò in casa già settimane prima dell’ufficiale dichiarazione di stato d’emergenza. Passerò le mattinate a disinfettare case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale, che anche se non vale niente perlomeno beh, mi permette di sbariare 1. Cucinerò tutte le cose più caloriche e grasse per consolarmi, ma appena ingoiato l’ultimo boccone mi sentirò in colpa come un ladro, perciò inizierò a fare attività fisica in casa con tutti i tutti i tutorial possibili e immaginabili di YouTube, anche con il Pulcino Pio fitness – dimagrisci 2 kg in 40 minuti.

Poi mi verrà l’abbattimento e inizierò a pensare al perché sono finite tutte le mie storie, a partire dal compagno delle elementari che si puliva la faccia schifato dopo i miei baci. Incapace di trovare una risposta che non sia “il mondo è contro di me, nessuno mia ama, non meritano il mio amore”, cercherò di annegare il dispiacere in qualche serie tv, che guarderò senza soluzione di continuità dal primo episodio della prima stagione fino alla fine, con sole pause pipì e cibo spazzatura. Al termine della serie, distrutta, mi dirò “basta cellulare e basta tv, è tempo di curare l’interiorità!”. E giù di tutorial sulla meditazione, ovviamente anche il Pulcino Pio Meditation – 2 chakra in 4 minuti. In pratica passerò dall’essere un’ora il Piccolo Buddha, l’ora dopo Betty la cozza, passando per Antonino Cannavacciuolo. Fino a che disperata, incapace di trovare altri diversivi per depistare il tempo, non sentirò il bisogno di condividere la mia delirante quarantena con il mondo.

A quel punto, allucinata, prenderò il pc, aprirò Word ed immaginerò di tornare indietro al primo gennaio di pochi mesi fa, etc etc…”.


1 Sbariare v. intr. [In uso al dialetto napoletano] distrarsi da un impegno gravoso; es. Aggia sbarià nu poc’ ca ‘a cap’ Necessito di un diversivo per svagare la mia testa piena di preoccupazioni.


About The Author

Claudia Carbone

Fiera della sua napoletanità, ma altrettanto orgogliosa della cittadinanza putativa milanese, le piace definirsi: “made in Naples, refined in Milan”. Non è facile inquadrarla: prendi due cose all’esatto opposto, mettile accanto e avrai qualcosa che le assomiglia. Laureata in Economia aziendale, master in gestione degli eventi, passa con uno jetè dal marketing alla scuola di musical, si diletta per un po’ come attrice per poi gettarsi a capofitto nella radio, dove diventa speaker e conduttrice. È anche una giornalista, appassionata di inchiesta. Il leitmotiv di tutta la sua vita? Le parole. Che siano scritte, cantate, pronunciate ad un microfono, non le mancano mai. È fermamente convinta che le uniche cose che possano salvare il mondo da una caduta verticale siano l’autoironia e il non prendersi mai troppo sul serio (da non confondere con la mancanza di serietà). Ironia e serietà, ecco un altro apparente contrasto...that’s Claudia, folks!

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *