“Duzen oder Siezen”: questo è il dilemma!
La vita del nostro Gennarino procede felice e spensierata, tra un cuore spezzato e un’abbuffata di Currywurst, quando una nuova avventura si prospetta all’orizzonte. Il dubbio amletico in versione tedesca, il “centro di gravità permanente” di molte lezioni a scuola di lingua: “Duzen oder Siezen?”, dare del tu del Lei?
Bella domanda!
Gennarino deve tenere in considerazione due aspetti fondamentali: ciò che ha imparato a scuola e che troviamo comunemente nei libri di grammatica, e la realtà. Le regole grammaticali dicono: è preferibile sempre usare il “Sie” con estranei, e persone più anziane, come forma di rispetto.
In famiglia e con gli amici, con i bambini, la regola dice di usare il “Du”. Ma cosa succede se un collega universitario ti Sieza, nonostante sia coetaneo e conoscente? O come ci si comporta se il capo ti Duza sin dal primo momento, nonostante non vi conosciate bene e nonostante sia mooolto più vecchio di te?
Ebbene si, la realtà supera sempre l’immaginazione e i libri di grammatica. E, chiaramente, i casi che possono presentarsi sono talmente tanti che talvolta la soluzione è affidarsi all’istinto o tentare la fortuna.
Una situazione simile è accaduta al nostro Gennarino, il quale, sereno e imperturbabile, sedeva alla mensa universitaria godendosi i pochi raggi di sole della primavera Berlinese ed aspettando che la vita lo sorprendesse. Ebbene si, la sorpresa della vita arriva molto puntuale. Un gruppo di colleghi, tutti tedeschi, si avvicinano. Gennarino saluta con la manina, da lontano, i colleghi un po’ confusi da questo gesto così plateale ed amichevole, con passo deciso e teutonico si avvicinano. Si salutano con una stretta di mano e siedono tutti allo stesso tavolo. La conversazione nasce spontanea, si parla del corso tenuto dal Prof. Tizioecaio, una vera bestia nera, e ognuno dice la sua. Al che un collega si rivolge al nostro amico col Sie: “E LEI, che ne pensa?”. Gennarino, avendo studiato che il Sie può essere utilizzato non solo come forma di rispetto, bensì in contrapposizione alla forma maschile ER per riferirsi ad una donna (lei ha fame = sie ist hungrig. In questo caso però il verbo è al singolare) o per riferirsi ad un gruppo di persone (loro hanno ragione = sie haben recht. In questo caso le forme sono uguali tranne che per la S del Sie che è minuscola), volta il capo confuso, credendo si riferissero a qualcuno dietro di lui. Ed invece no! Il SIE era proprio riferito a lui! Velocemente cerca di dissimulare dicendo che ha creduto di sentire qualcuno che lo chiamasse e si appresta a rispondere. Chiaramente i suoi pensieri sono in un mondo parallelo. Un po’ si sente importante e rispettato: “Cavolo, mi danno del Lei! Dal Lei alla Presidenza è un attimo” – ahimè, il nostro povero Gennarino è un vero e proprio sognatore!
Un po’ si sente frastornato e confuso. Le regole grammaticali non tornano.
Dopo pochi secondi in questo paradiso di dubbi, è tempo però di tornare con i piedi sul pianeta terra ed è li che la domanda sorge spontanea: “Ma perché poi il Sie?, Siamo colleghi, coetanei, perché?!”
Gennarino, forte dell’impeto e della curiosità radicata nel suo essere italiano, chiede apertamente al gruppetto la motivazione di quel Sie. Le risposte optano tutte per: “Ci siamo incontrati solo 3 volte in classe, non ci conosciamo, noi crediamo sia una forma di rispetto!”. Alles klar. L’attitudine italiana del “il fatto di essere in classe insieme ci rende amici a prescindere, e il Lei è roba da vecchi”, oramai obsoleta, lascia il posto alla discrezione tedesca e Gennarino crede sempre sia un po’ eccessivo ma comprende e sorride divertito. Anche questa volta tutto è andato per il verso giusto e il nostro eroe ha imparato un’altra lezione:
Le regole grammaticali sono sempre un faro nella notte, una stella guida, ma, ciò che può essere di aiuto in caso di confusione momentanea, è seguire e “copiare” ciò che il nostro interlocutore fa o dice. Se ci duza, duziamo, se ci Sieza, sieziamo. Oppure, in caso di totale confusione, non ci resta che Siezare e, se il nostro interlocutore lo reputerà esagerato, potrà sempre dire: “Wir können uns auch duzen“, cioè “Possiamo anche darci del tu”, ed in questo caso usiamo il du.
Alla prossima avventura!
Autore: Alessandra Rago