Nella hit parade dei parchi berlinesi Britzer Garten non appare quasi mai.
Complice il fatto che si trova decentrato rispetto al ring, toccando la periferia sud della città, o per il pagamento richiesto all’ingresso (2 euro per gli adulti e 1 per I bambini, salvo esposizioni speciali), viene generalmente snobbato da chi preferisce dedicarsi ad oasi più frequentate, modaiole o semplicemente più comode da raggiungere.
Ammetto subito di essere di parte: mi sono innamorata di lui a prima vista ed é un amore di quelli improvvisi e travolgenti, ma soprattutto felicemente corrisposti. A Britzer Garten mi riconcilio con Berlino nei miei momenti “ma cosa ci faccio qui” e in ogni stagione mi tranquillizza con la sua pace perfetta: a volte con un’esplosione di colori degni della migliore Indian Summer, a volte con i suoi laghi ghiacciati, a volte col silenzio assoluto e sempre con fiori meravigliosi.
Stagionalmente, il parco esibisce con orgoglio Tulpenmeere, Rosenzauber o Dahlienfeuer, in combinazioni di colori, varietà e profumi studiatissimi. In vari angoli, sapienti giardinieri hanno ricreato le condizioni perfette per varie piante perenni, e il suo roseto era famoso nel secolo scorso per la sua fecondità e per la produzione della “Rosa di Britz”, ormai una rarità. Oggi lo troviamo nascosto dietro da una siepe con archi e geometrie ben progettate.
Britzer Garten é anche la meta ideale per la domenica in famiglia.
I prati sono curati, tagliati alla perfezione e soprattutto pulitissimi, per il piacere di camminare a piedi scalzi in tutta tranquillità senza calpestare tappi metallici o ricordi di cani con proprietari poco attenti (agli amici a quattro zampe é bandito l’accesso, così come alle biciclette); e ovviamente gli Spielplatz non mancano, dal villaggio Makunaima, ai giochi di abilità, al Wasserspielplatz, e così via. E mentre i bimbi giocano, per i genitori ci sono sedie e sdrai a disposizione ovunque, per controllarli in comodità o godersi la vista risposante di uno dei laghi.
I bimbi più coraggiosi possono arrampicarsi fino al giardino delle streghe: esse si nascondono sapientemente, ma ancora coltivano, all’interno del loro villaggio medievale in rovina, erbe magiche per pozioni e intrugli. Ma chi non vuole rischiare di essere trasformato in un rospo può sempre rotolarsi giú per la collina, a corpo libero o con la slitta se ha nevicato, o fare un giro col trenino, o visitare il piccolo zoo o la casetta delle api. L’offerta é veramente ampia, e io stessa credo di non aver ancora scoperto tutto.
Uno dei miei primi appuntamenti con il parco é stato nel freddissimo novembre 2013 in occasione di San Martino: dopo un concerto all’area feste, abbiamo acceso le nostre lanterne e fatto il giro del lago, alla fine del quale ci aspettavano un falò, la banda musicale e i dolci tipici. Neofita berlinese e non avvezza ai menononsoquantigradi del periodo, sono tornata a casa congelata, ma assolutamente conquistata da questo appuntamento ben piú affascinante del giro dell’isolato fatto con il Kita cantando Lanternen, Lanternen (ma da allora, mi ricordo ogni 11 novembre di mettere due paia di calze prima di andarci!).
Ma oltre a questo, il parco propone eventi speciali in ogni stagione: il Feuerlabyrinth, la Drachenfest, il Greifvogelschau, solo per citare i prossimi.
E se vi capita, bevendo una birra o osservando i cigni, di perdere la nozione del tempo, niente paura: la meridiana di Kalendarplatz col suo palo alto 14 metri é lí per aiutarvi, e promette di essere precisa al minuto.
Autrice: Monica Ambrosetti