Si svolgerà a Berlino, il 26 e 27 Settembre 2020, la prossima mostra fotografica di Era Enesi in arte Era Vento.
Lo scenario di questa mostra sarà la Teufelsberg letteralmente “monte del diavolo”, la collina che a Berlino nasconde 26 milioni di metri cubi di macerie della seconda guerra mondiale piantumate a verde all’interno della foresta di Grunewald.
E sarà Art-Aia “La Dolce Berlino” che, in collaborazione con l’Institut für Alles Möglich di Stützpunkt Teufelsberg, presenterà la mostra di Era.
Ho conosciuto Era nel 2000 a casa di amici: è da poco arrivata con la sua famiglia a Torino, è una bimba di 7 anni dolcissima e silenziosa, e dai suoi occhioni chiari traspare già il piglio curioso che ha ancora adesso.
Ma l’occasione di affezionarmi a lei in modo speciale avviene quando i suoi genitori, bloccati in Albania, me la affidano per qualche tempo. Da quel momento si concretizza l’amicizia e il grande affetto che ancora adesso, a distanza di vent’anni, non hanno smesso di darci bei momenti insieme.
Di quella “mia” bambina oggi è rimasta soprattutto la risata e le sue meravigliose orecchie a sventola, ma anche il coraggio di una donna e di un’artista che deve conquistare la sua libertà e il suo posto nel mondo.
E questo lo fa da quando i suoi genitori decidono che l’Albania degli ultimi anni novanta, dopo la caduta del comunismo e l’inizio di un’anarchia che sviluppa solo violenza e disagio, non è il posto giusto per crescere lei e suo fratello Luis.
E lo ha fatto a scuola, quando ha la consapevolezza dei suoi limiti in un rigido sistema di istruzione che per lei, dislessica, non prevedeva supporto e comprensione.
E lo fa quando con determinazione insegue il suo sogno di diventare una fotografa per raccontare in ogni scatto il suo passato, il suo presente e il suo futuro.
Il suo sogno nasce proprio da bambina, sotto una gigantografia appesa nella mia camera da letto: le meravigliose modelle nude di Helmut Newton, un bianco e nero che cattura l’azzurro grigio dei suoi occhi cangianti.
Da quell’immagine famosa matura il desiderio di scattare foto che rappresentino la nudità nella sua vera essenza, quella che lei descrive con queste parole: “… I ricordi che si fondono con la fotografia esprimono perfettamente il mio forte desiderio di libertà verso me stesso e gli altri. Cerco ossessivamente nel mio subconscio il significato nascosto della parola libertà, esprimendolo attraverso l’arte del nudo. Il sentimento della mancanza e dell’ignoto mi aiuta a creare un rapporto sincero e intimo con le persone che fotografo, trovandomi ogni volta in loro. Attraverso la macchina fotografica e le modelle mi annullo, mi libero da tutte le realtà della mia vita. Il ritorno di un ricordo come sensazione permanente nel momento esatto dello scatto esprime il mio piacere per il sorgere di nuovi sentimenti e desideri, che sono il nettare della mia arte e della mia fotografia, vitale per continuare a sopravvivere.”
Era nasconde nella sua semplicità l’immagine di una femminilità forte e determinata. Si scontra con l’immaginario erotico standard e decide di far diventare il nudo femminile il suo linguaggio artistico.
Era si spoglia dell’ipocrisia e degli abiti, mette in risalto se stessa e la bellezza femminile attraverso le sue immagini che fanno tacere i preconcetti del nostro substrato culturale.
Ed ecco che dai suoi scatti esce la vera essenza del corpo nudo: espressioni malinconiche, ombre che discretamente velano le curve dell’anima, parafrasi immaginarie di corpi che si confondono dietro sfondi naturali, a volte improvvisati al momento dello scatto o poco prima, rappresentando così la realtà di una visione pura e mai perfetta dell’animo umano.
Era fotografa se stessa anche, attraverso il movimento istantaneo nell’attesa che l’autoscatto fermi per sempre la sua meravigliosa spontaneità, ritrova la sua parte espressiva, ferma se stessa nell’idea di verità che è la sua guida in questo viaggio quasi onirico tra i suoi scatti.
Da qualche anno Era mostra i suoi capolavori in giro per il mondo richiamando artisti di fama internazionale come Spencer Tunick che l’ha voluta anche come modella per i suoi scatti.
Ha esposto a Milano, Torino, Londra, Parigi, Tirana, in mostre internazionali come la “PhotoMonth east London International photography festival EspacioGallery” di Londra e la
“Imagination Paris Pres Ethereal a Daily Poetry International photo expo” curata da Laura Tota e Martin Vegas- Galerie Joseph Turenne a Parigi.
Il suo nome, nella sua lingua madre significa “Vento”: ed è proprio come se il suo nome avesse segnato in qualche modo la sua natura creativa, a volte impercettibile come un leggerissima brezza marina, a volte impetuosa come il vento di fine estate.
O come il venticello di questa fine estate berlinese…
- http://eravento.com/
- Era Vento – Exhibition at Stützpunkt Teufelsberg in Berlin
- https://www.artconnect.com/events/era-vento
- https://facebook.com/events/s/era-vento/1456792917840539/?ti=as
- https://de-de.facebook.com/IAM.StuetzpunktTeufelsberg/
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È una rubrica che rappresenta l’anello di congiunzione tra culture e passioni diverse che si incontrano nei luoghi dove le persone viaggiano, vivono e hanno vissuto. I protagonisti hanno affrontato ostacoli, seguito passioni e fabbricato sogni, custodendo e condividendo il segreto di un’esistenza unica. Leggi gli altri articoli