“Chiunque venga ad abitare in Germania deve tener conto che per i tedeschi gli alberi sono sacri, che il bosco é la cattedrale della natura, la dimora dei miti e delle fiabe germaniche. Questi valori non li ha distrutti neanche la guerra, neanche il capovolgimento che ne é seguito…Compri le fiabe dei Brüder Grimm, e le legga coi suoi bambini. Vedrà, quante cose capitano nel bosco…” disse la Maestra di scuola a Marisa Fenoglio, sì, proprio la sorella del letterato nostrano Beppe, “emigrata di lusso” in Germania, negli anni ’60, al seguito del marito, Sergio, dirigente di azienda per uno degli orgogli nazionali, ossia Ferrero. Pensò allora fra sé la Fenoglio: “…né le feci notare che proprio nel bosco delle fiabe capitano le cose più spaventevoli” (da “Vivere altrove” di Marisa Fenoglio, ed. Sellerio, pp. 72 e 81).
Effettivamente le fiabe dei noti fratelli tedeschi, nella loro versione originale ottocentesca, erano molto violente e crude, drammatiche: avevano un’ambientazione oscura e tenebrosa, dove streghe, goblin, troll e lupi si rendevano protagonisti di terribili fatti di sangue nella migliore tradizione popolare tedesca.
La favole sono state nel tempo addolcite ad uso dei “bambini piccoli”, mentre per i “bambini grandi” i miei amati sei ragazzacci, i Rammstein, continuano a dispensare terrificanti versioni delle Märchen di Crucconia nelle loro canzoni rock: Schneewitchen (Biancaneve) in “Die Sonne”, Schneeweiss und Rosenrot (Rosa bianca e rosa rossa) in”Rosenrot” e Rotkäppchen (Cappuccetto rosso) in “Du Riechst so gut ’98”.
Mi piace molto questa canzone nel ritmo e nelle sonorità e non ho mai fatto mistero di quanto apprezzi questo gruppo rock, anche per capire la Germania e la sua cultura: non mi deludono mai!
Ma chi é il lupo ?
“Attenti al lupo” è sia il titolo di una simpatica canzone dell’italiano Lucio Dalla, sia il leitmotiv della fiaba russa musicata da Sergej Prokof’ev, dove il lupo é sempre un pericolo, quel limite psicologico da non valicare secondo la didattica ortodossa…lo capite quindi che in questo contesto i Rammstein ci sguazzano…
Effettivamente quando in Italia auguriamo, prima di una qualsiasi prova, “In bocca al lupo!“, rispondiamo, come ci é stato insegnato, “Crepi!“…ecco ci é stato erroneamente insegnato!
Qualche mese fa mi trovavo a Milano e, andando a un appuntamento, un amico di Facebook mi segnalava degli eventi sportivi e culturali, cui non potevo partecipare, perché coincidevano col mio esame di tedesco B2 in Crucconia…insomma molto carinamente mi faceva “gli in bocca al lupo di rito” (secondo me, a posteriori, non aspettava altro…) e io gli rispondevo come sopra, da lì è nata l’illuminante spiegazione, di cui alla vignetta qui in figura
…non potete capire il sorrisone che mi prendeva tutta la faccia mentre camminavo a passo svelto per Corso Garibaldi, ancora mi ricordo quella piacevole spiegazione e sensazione…Grazie Daniele !
Ed allora ecco la favola che ci racconterebbe il nostro Signor Lupo:
“Avete tutti paura di me solo perché nel vostro immaginario sono quello cattivo…quello che ha mangiato la nonna di Cappuccetto rosso, quello che di notte diventa amico dei vampiri…
Avete tutti paura di me…ma io non ho mai sparato di proposito a nessuno…
Non ho mai messo trappole per catturarvi…
E se vi ho rubato qualche pecora è stato solo per fame mai per pura crudeltà come fate voi con i vostri animali…
Avete paura di me solo perché non mi conoscete…
Ma i veri lupi cattivi siete voi!” Il Lupo (tratto dal sito web: “Il lupo dagli occhi rossi”).
Insomma pure Dante, che nel primo canto dell’Inferno de “La Divina Commedia” si ritrovava nel mezzo del cammin di sua vita, in una selva oscura, aveva a un certo punto la strada interdetta proprio da una lupa. Nella favola di Cappuccetto rosso poi l’animale diventa addirittura cannibale, mangiandosi la protagonista.
In altre culture antiche invece era spesso un guardiano del regno dei morti e uno psicopompo, cioè colui che porta le anime dei defunti oltre la soglia, cioè una figura che provoca una trasformazione da uno stato ad un altro. In questo senso possiamo vederlo anche come una guida nella foresta, quando ci sentiamo persi, magari per trovare una nuova direzione. Ecco allora che il lupo può stimolare un lavoro di introspezione naturale, perché vicino alla nostra intima natura, per affrontare le nostre più profonde paure e condurci alla realizzazione del sé e della nostra libertà.
Concludo con le seguenti sagge parole:
“Sono del parere che il finale della nostra favola dobbiamo deciderlo noi…
E nella mia Cappuccetto rosso non la salva nessuno….
Si salva da sola nel momento in cui decide di andarsene via con il Lupo…” (Maria Luna)
Autrice: Violetta
DISSONANZE vuole essere una piccola rubrica ove parlare di alcune “divergenze” percepite da un occhio italiano a Berlino, contrasti che potrebbero essere più formali che sostanziali, se si vuole essere europei e sintetizzare molteplici aspetti culturali, che convivono molto bene qui. Leggi gli altri articoli