Photo Credit To Berliner Stadtmission
L’inverno berlinese non è facile da affrontare senza un adeguato equipaggiamento, e noi italiani lo sappiamo bene. Abituati a temperature più alte, adattarsi a questo clima può diventare una tragedia. Purtroppo ci sono condizioni di disagio ben peggiori, come quelle dei senzatetto, costretti ad affrontare la cosiddetta “Kältehilfe”, ossia l’emergenza freddo.
A Berlino esistono due soluzioni collegate tra loro: da un lato ci sono i centri di accoglienza notturna, dall’altro il Kältebus.
“Il Kältebus nasce nel 1994. Il suo servizio inizia il 1 novembre e di solito finisce il 31 marzo, a meno che non arrivi un’altra ondata di gelo. È in funzione dalle 21 alle 3 di notte” spiega la signora Ortrud Wohlwend, responsabile del Kältebus della Berliner Stadtmission, la più grande tra le associazioni che gestiscono i centri per l’emergenza freddo.
Il Kältebus si muove autonomamente, girando di notte per la città per recuperare quelle persone che non hanno più energia per tornare al loro centro di accoglienza, perché stanche o ubriache. In questo modo, gli operatori svolgono un servizio di monitoraggio contro il rischio di assideramento.
Il Kältebus riceve anche aiuto concreto da alcune attività commerciali, ad esempio ci sono alberghi che offrono la colazione e la cena, oppure società di assicurazione che finanziano medicine, a volte molto costose.
Spesso capita che siano i passanti a segnalare una situazione di potenziale pericolo, chiamando il numero gratuito 0178 5235838. È importante assicurarsi che la persona voglia davvero essere recuperata, altrimenti il Kältebus arriverebbe sul posto inutilmente, perdendo l’occasione di salvare chi ne ha più bisogno. Se la persona senza fissa dimora non riesce nemmeno a parlare, si deve chiamare urgentemente il 112!
“Più che macchine, l’uomo ha bisogno di umanità.” diceva Charlie Chaplin in un suo famoso film. E l’umanità è frutto di una scelta: restare indifferenti o fare qualcosa?
Se è vero che a Natale siamo tutti più buoni, potremmo dimostrarlo anche Noi con un piccolo gesto di solidarietà. Una semplice chiamata può migliorare la giornata di una persona più sfortunata…o la vita, si spera!
Autrice: Isaura D’Oria