Premessa
Il fenomeno degli apicoltori cittadini (gli Imkern) ha preso piede da molti anni.
Persone con pezzi di giardino adiacenti al loro appartamento, o terrazze che si affacciano in prossimità di parchi e vaste zone di alberi, hanno deciso di fare dell’allevamento di api e della relativa produzione di miele, uno dei passatempi più interessanti da coltivare nelle grandi metropoli. Per prima New York, ma poi Parigi, Londra, Berlino, Toronto, San Francisco e Melbourne sono le città che hanno cominciato a produrre questo nettare dorato; ma anche in Italia (Milano e Torino ad esempio) hanno iniziato da un po’ a dedicarsi a questi operosi e affascinanti insetti.
C’è da chiedersi se ci sono piante sufficienti a soddisfare questo lavoro e la risposta è presto fatta: certo che si! Molte persone in città amano tenere fiori sul balcone, le città sono ricche di giardini, di biotipi ideali (quelli asciutti), superfici incolte e parchi. Spesso in città il clima è anche più mite della campagna e le api volano quindi per un periodo più lungo. In città la loro stagione inizia generalmente un mese prima che in campagna e dura di più. Inoltre in primavera fioriscono il ciliegio e il tarassaco e a fine estate girasole e la lavanda: da queste piante si trae un miele molto profumato e utile come energetico il primo, depurativo il secondo, ricostituente il terzo e calmante l’ultimo.
Le ragioni che spesso portano ad autoprodurre il miele in città sono inoltre la eco-sostenibilità, il bio monitoraggio e la riqualificazione urbana.
Rispetto alle loro cugine di campagna, le api di città presentano un altro vantaggio: soffrono meno l’effetto dei pesticidi utilizzati in agricoltura che danneggiano il loro sistema nervoso, interferendo sul senso dell’orientamento. Di contro, però, in città c’è un maggior inquinamento da gas di scarico, che pare, guarda caso, non nuoccia più di tanto alle api. Le sostanze nocive sembrano non compromettere nemmeno la qualità del miele: il corpo delle api, infatti, funziona come un filtro che impedisce ai veleni di finire nel miele. Secondo alcuni studi, inoltre, il miele cittadino non è più inquinato di quello di campagna.
Insomma, a dispetto dell’inquinamento le api di città, che hanno fiori molto vari e più o meno tutto l’anno, sono più “produttive” di quelle di campagna.
Senza dimenticare che spesso la produzione di miele viene considerata dagli apicoltori cittadini come un interessante integratore di reddito.
Una piccola curiosità scoperta leggendo qui e la: le api comuni sono in grado di “vedere” il campo elettrico dei fiori e così orientarsi nella scelta. Lo stesso potrebbe accadere per tutti gli impollinatori.
I sensi delle api, dei bombi e di altri imenotteri permettono loro di vedere la luce ultravioletta e polarizzata, percepire le molecole, distinguere forme e segnali e ascoltare l’eco dei suoni.
La storia di Ulla e delle sue api
Molte delle api di Humboldthain, un meraviglioso parco nel quartiere di Wedding a Berlino, hanno un indirizzo specifico: abitano a casa di Ulla Grove simpaticissima e affascinante signora berlinese ed insegnante, che vive nel cuore di questo quartiere ed ha fatto dell’apicoltura la sua grande passione.
Siamo da Filippo, un signore distinto e sempre sorridente che gestisce un piccolo Caffè tutto italiano in Stettinerstraβe ed è qui che incontro per la prima volta Ulla. Da Filippo si incontrano sempre personaggi fuori dagli schemi, e il bello di venire a prendere un caffè espresso o un cappuccino super Made in Italy da lui è che non esci mai dal suo locale senza aver incontrato un personaggio speciale.
Ulla è una di queste e mi racconta velocemente, di passaggio da Filippo, della sua passione nel produrre miele e ci diamo appuntamento ad un evento di presentazione dei suoi prodotti; sono catturata dalla schiettezza con la quale si rivolge a me e mi invita prima di tutto ad acquistare un po’ del suo miele ed assaggiarlo.
E’ il giorno dell’evento e mi accingo ad andare all’incontro. Sono a Berlino da poco più di un anno e il mio tedesco non è sufficiente per poter gestire una un’intera conversazione con Ulla, ma ho coraggio da vendere e con un traduttore per le mani e il mio quadernetto magico di tedesco credo di potercela fare. Berlino e i berlinesi, almeno dalla mia esperienza apprezzano chi si sforza di parlare la loro lingua.
Ulla produce miele da circa sette anni e quando le chiedo da dove nasce la sua passione lei mi racconta una storia molto bella.
Quando era piccola ha vissuto quasi sempre in una fattoria condotta dai genitori.
Sebbene fosse piccina aveva ben chiare le sensazioni che la vita di campagna le faceva provare: il lavoro di cooperazione tra le persone che ci lavoravano le permisero di imparare il significato di una comunità che si occupa di portare avanti il lavoro duro della vita di campagna.
Con un po’ di commozione e di rimpianto ricorda anche a cosa, da bambina, ha dovuto rinunciare, in termini di tempo, e di attenzioni da parte dei genitori, perché la vita di campagna era dura e spesso c’era molto da fare. Il gioco dei bambini diventava la campagna in tutte le sue forme, e nella vita di questa donna sembra essere molto radicato questo atteggiamento perché mentre ti parla si percepisce la vitalità rassicurante di una persona che non è stata minimamente intaccata dalla vita frenetica cittadina.
Sembra serena mentre mi racconta questo particolare della sua infanzia, perché credo che in fondo tutto quello che ha vissuto da bambina le ha dato la spinta per affrontare tante scelte nella sua vita.
Le colonie di api hanno una vita sociale dalla quale Ulla è sempre stata attirata: le piace la cooperazione, il lavoro in team, il motto “tutti per uno e uno per tutti”, infatti con lei collaborano diverse persone. Mi porta su a casa e mi mostra la terrazza teatro di questa attività. Appena salita ho la sensazione di entrare in un’altra realtà, non si percepiscono grossi rumori di fondo, nonostante siamo in uno dei quartieri più popolosi della città e giù si muova il traffico dell’ora di punta.
In questo angolo di città, la terrazza di Ulla appare come nascosta agli occhi di tutti, un po’ spoglia da fiori e da piante, ma con il segno di un’estate prolifica.
Vasi e terra, che sono serviti per produrre anche frutta e ortaggi per conserve e composte, si alternano al cemento e la luce naturale di questo pomeriggio di novembre amplifica la sensazione suggestiva che ne scaturisce.
C’è il segno di ciò che è stato e ciò che deve venire, ovvero la preparazione del materiale e delle piante che serviranno anche alle api nella prossima estate.
Ci si muove senza difficoltà vicino alle arnie e Ulla mi invita ad avvicinarmi senza paura:
a Berlino ormai è praticamente inverno e fa freddo e le api ora sono come in letargo: non escono più dalle arnie se non eccezionalmente in cerca di cibo. In genere in questo periodo le api non escono dall’arnia, e si riunisco molto vicine in un gruppo ancora più ristretto per farsi caldo l’un l’altra mentre aspettano l’inizio della primavera.
Qualcuna esce timidamente dall’arnia, ma sembrano un po’ intorpidite.
Le chiedo da dove le api prendono il nettare e lei mi invita ad allungare il collo e guardare la moltitudine di alberi da cui è invaso l’isolato e mi ricorda del bellissimo parco a poche centinaia di metri, Humboldthain, pieno di castagni, tigli, acace, e fiori di campo che la città di Berlino cura con attenzione.
Il governo di Berlino ha un dipartimento che si occupa della tutela dei parchi cittadini e dell’equilibrio naturale del relativo ecosistema, insetti e api comprese. Iniziative specifiche vengono supervisionate dall’Honey Regulation (HonigV) dal Bundersministerium der Justiz und fűr Verbrawcherschutz, ovvero un dipartimento che regolamenta l’allevamento delle api e la produzione del miele (Ordinanza sul miele del 16 gennaio 2004, Gazzetta ufficiale federale I, pag 92 e successive modifiche).
Ulla ci tiene a dirmi che a Berlino ci sono associazioni che si occupano di riunire gli apicoltori con lo scopo di tutelarli e di favorire lo scambio di informazioni preziose su questa affascinante attività.
Appena scendiamo Ulla è immediatamente alle prese con i visitatori e ormai credo di aver appreso più di quanto mi aspettassi e con un grande abbraccio e un sorriso (cosa non tanto tipica qui in Germania ma Ulla è una vera eccezione) mi congedo non senza aver acquistato tre barattoli di miele ognuno con un profumo diverso.
Il miele urbano può essere prodotto ovunque e da chiunque. Questa passione nasce dall’amore della conoscenza, in un parco cittadino, o sul tetto di una casa. Le arnie sono oggetto e meta di aggregazione culturale, sono una storia raccontata ai bambini.
Le api sono un importante indicatore dell’inquinamento ambientale, il termometro della salute delle nostre città. Senza le api ed il ciclo dell’impollinazione la nostra vita sarebbe praticamente impossibile, altro che nemiche…
Autrice: Irma Trotta
CONNESSIONI
È una rubrica che rappresenta l’anello di congiunzione tra culture e passioni diverse che si incontrano nei luoghi dove le persone viaggiano, vivono e hanno vissuto. I protagonisti hanno affrontato ostacoli, seguito passioni e fabbricato sogni, custodendo e condividendo il segreto di un’esistenza unica. Leggi gli altri articoli