Vivere in un’altra città ma soprattutto in un’altra nazione, è un’esperienza che, possiamo dire, ci cambia la vita, ci rafforza, e che soprattutto non viene senza difficoltà. Decidere di trasferirsi all’estero molte volte non è una decisione semplice. C’è chi lo fa per darsi una seconda possibilità, per cominciare da capo o perché curiosi con tanta voglia di fare un’esperienza lavorativa diversa. Berlino è una città che attira persone e soprattutto giovani da tutte le parti del modo, per il suo fascino minimalista, ma anche dinamica, e soprattutto per le diverse possibilità di lavoro.
Uno dei posti in cui, tutti i giorni persone provenienti da tutte le parti del mondo, con diverse posizioni ma sempre in ambito scientifico, s’incontrano è all’Istituto Max Planck, dai tecnici di laboratorio a dottorandi, da postdoc a group leader, dove la lingua principale è l’inglese. Qui di seguito ci sono le storie di ragazzi trasferitisi qui a Berlino, chi alla ricerca di un’opportunità migliore, chi per realizzare il sogno di vivere in questa nazione, chi perché già conosceva qualcuno e così via. Ovviamente, il trasferimento, la diversità culturale e linguistica, ha portato vantaggi e svantaggi…
Hyunil, 30 anni, Dottorando, Repubblica di Corea (quella dalla parte buona), a Berlino dal 2016
“Prima di trasferirmi a Berlino, ho finito la laurea specialistica nella mia nazione e mi sono trasferito qui perché ho vinto una posizione di dottorato a Potsdam, dove ho vissuto all’inizio. Ora vivo a Berlino perché voglio godermi la convenienza e diversità culturale della capitale tedesca. In futuro vorrei vedere come l‘accademia e l’industria procedono per passare ad un livello successivo in modo da avere una ulteriore esperienza.
Prima lavoravo in un laboratorio di 6-8 persone, fornito di tutto ciò che serviva per uno specifico lavoro di analisi. Invece dove lavoro ora, si tratta di un laboratorio di sintesi chimica, un ambiente amichevole, dove tutta l’analisi è abbastanza semplificata e dove tutti i chimici si focalizzano solo su sintesi organica. Inoltre, il dipartimento è pieno di colleghi scienziati, tutor e group leader che si focalizzano più o meno su un punto comune, un posto dove poter condividere le proprie idee e lavorare per realizzarle. Seoul, dove sono nato e cresciuto, è più grande come città, con una ampia diversità culturale. Berlino, anche se più piccola, ha ancora più diversità culturale e persone con cui poter divertirsi.
Il mio posto preferito a Berlino è il bar “Sunset” che si trova all’ultimo piano del centro commerciale Bikini, alla fine del famoso Kudam. Il bar ha una parete di vetro che si affaccia sullo zoo, in questo modo si può godere della vista mentre si beve un caffe o una birra.
Lavorando in un istituto internazionale, dove la maggior parte dei colleghi proviene da altre nazioni, noto differenze da persona a persona ma la cosa importante è che ognuno accetta le differenze e cerca di capire l’altro. In futuro penso di tornare in Corea, ma si tratta di una scelta futura. Oggigiorno i progetti scientifici sono abbastanza internazionali, poiché il campo scientifico è ampio e complicato e ci sono collaborazioni con altri gruppi, penso che vivrò prima in qualche altra nazione, ma non so se sarà Berlino.
Ai miei amici consiglio di venire a Berlino quando so che sono legati al mondo dell’IT, per le varie start up presenti. Suggerisco anche ad altri studenti della mia università di venire qui visto che l’istituto dove lavoro è uno delle organizzazioni leader a livello mondiale in campo scientifico.
Non so cosa faro nel futuro, tra accademia e industria. Cerco di vivere il momento e vedrò cosa sarà meglio per me, ma sono abbastanza sicuro che continuerò a lavorare in questo campo. Non parlo un buon tedesco per ora ed è la mia maggior difficoltà finora. L’ho imparato più di dieci anni fa e poi l’ho perso, sto cercando di impararlo di nuovo ma non è semplice perché per il mio progetto devo viaggiare molto. Il mio cibo preferito tedesco sono i Sauerkraut perché posso usarli per preparare cibo tipico coreano. Quando aggiungo altri ingredienti coreani, si avvicina tantissimo ad alcuni piatti tipici tradizionali. E il mio piatto preferito tipico coreano sono bulgogi e vongole fritte.
Una delle cose che mi manca di più di Seoul è la vita notturna. Seoul è una metropoli con una fantastica vita notturna. E anche se è molto internazionale, dove puoi vedere persone di diverse nazionalità, non lo è come Berlino. Inoltre la città è molto eco-compatibile e ci sono tantissimi alberi ovunque, con foreste vicine alla città o anche all’interno, ma quando arriva la primavera, diventa un po’ cruciale per via dell’allergia. È ironico che l’uomo ha industrializzato la vita per un periodo di tempo breve rispetto alla sua lunga storia, ma il mio corpo è già repellente alla natura e più amichevole all’inquinamento.
In istituto ci sono colleghi tedeschi che mi hanno aiutato tanto con qualsiasi cosa legata al tedesco. Devo ammettere però che è difficile fare amicizia con i tedeschi perché non si hanno connessioni come scuola, parenti e cosi via. Volevo venire in Germania da quando ero piccolo, quindi per me Berlino è il posto dove il mio sogno inizia a diventare reale. Per ora sono stato poco, ma spero di riempire la mia vita con molte interessanti storie berlinesi.”
Vai alla prima parte, vai alla seconda parte, vai alla terza parte
Autrice: Maria Antonietta Carillo