Vivere in un’altra città ma soprattutto in un’altra nazione, è un’esperienza che, possiamo dire, ci cambia la vita, ci rafforza, e che soprattutto non viene senza difficoltà. Decidere di trasferirsi all’estero molte volte non è una decisione semplice. C’è chi lo fa per darsi una seconda possibilità, per cominciare da capo o perché curiosi con tanta voglia di fare un’esperienza lavorativa diversa. Berlino è una città che attira persone e soprattutto giovani da tutte le parti del modo, per il suo fascino minimalista, ma anche dinamica, e soprattutto per le diverse possibilità di lavoro.
Uno dei posti in cui, tutti i giorni persone provenienti da tutte le parti del mondo, con diverse posizioni ma sempre in ambito scientifico, s’incontrano è all’Istituto Max Planck, dai tecnici di laboratorio a dottorandi, da postdoc a group leader, dove la lingua principale è l’inglese. Qui di seguito ci sono le storie di ragazzi trasferitisi qui a Berlino, chi alla ricerca di un’opportunità migliore, chi per realizzare il sogno di vivere in questa nazione, chi perché già conosceva qualcuno e così via. Ovviamente, il trasferimento, la diversità culturale e linguistica, ha portato vantaggi e svantaggi…
Marie, 31 anni, Postdoc, Francia, a Berlino da 2 anni.
“Mi sono trasferita a Berlino perché già conoscevo l’istituto dove lavoro adesso ed ho deciso di venire per il postdoc. Inoltre conoscevo già la città. A livello lavorativo sono molto contenta, sia per l’ambiente, abbastanza internazionale, e le persone con cui collaboro, anche se non mi piace la velocità con cui cambiano umore i tecnici di laboratorio tedeschi. Una delle più grandi differenze che trovo a lavoro con le altre persone è il modo di comunicare. I berlinesi non sono molto amichevoli.
Il mio posto preferito in città è Tempelhof mentre della mia città natale il fiume. Una delle cose che non mi piace molto qui è il meteo ma anche i bar dove è permesso fumare. Non riuscirò mai ad abituarmi a questo! E neanche al fatto che molte persone non sono socievoli per nulla.
Per me, essere felice a Berlino devi avere una bici, degli amici e parlare il tedesco. Io ancora non lo parlo e personalmente è la maggior difficoltà trovata. In futuro spero di tornare in Francia: tra 10 anni mi vedo lì, spero come ricercatrice, di vivere con il mio ragazzo e con bambini. Inoltre mi manca fare canottaggio nel fiume. Della cucina tedesca adoro i “bretzel” e i “brotchen” e come cibo tipico francese mi manca il formaggio. O meglio i formaggi francesi.
Qui non ho molti amici e mi piacerebbe che i miei amici venissero qua. Berlino per me è casa.”
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Autrice: Maria Antonietta Carillo