Perché hai deciso di venire proprio a Berlino e cosa facevi prima in Italia?
Lavoravo come architetto a Milano, ma con la crisi del 1992 in Italia ho deciso di cambiare e a Berlino negli stessi anni c’è stato il boom dell’edilizia dopo la riunificazione.
Raccontaci qualcosa della tua attività qui
Rappresento la Regione di Berlino nei lavori di recupero edifici di interesse culturale.
Com’è stato l’impatto con la mentalità tedesca?
Molto facile anche io per natura sono una persona sistematica in linea con la mentalità ordinata tedesca.
La cosa di Berlino che ti affascina di più/ la cosa che sopporti di meno.
Mi affascina il continuo cambiamento di pelle della città.
Non riesco ad abituarmi agli inveri eterni di Berlino.
La cosa che più ti manca dell’Italia/ la cosa che sei felice di aver lasciato.
Sono felice di aver lasciato il mondo del lavoro e la sua perenne disorganizzazione, ma mi manca la spontaneità dei rapporti interpersonali.
Qual è il tuo cibo preferito a Berlino?
Il fegato alla berlinese saltato in padella con mele e cipolle.
Qual è il tuo posto del cuore a Berlino?
Al Neues Museum nella sala con il busto di Nefertiti e il cimitero di Südwestkirchhof, affascinante travolto dalla natura, dato che per 50 anni a causa del muro, è stato abbandonato.
Cosa consiglieresti a chi sta per trasferirsi a Berlino?
Di pensarci bene prima di trasferirsi e valutare prima di partire le prospettive lavorative, specialmente se non si conosce la lingua.
Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i berlinesi? E quale pregiudizio verso i tedeschi dovrebbero abbandonare gli italiani?
I berlinesi dovrebbero dimenticare i troppi stereotipi e smettere di credere che tutti gli italiani siano uguali.
Gli italiani dovrebbero sfatare il mito che i tedeschi non sappiano cucinare.
Tre cose da avere/essere per vivere felici a Berlino.
1.Essere tolleranti.
2. Essere curiosi.
3. Avere il biglietto mensile della metro.
Autrice: Rosita Simeoli