Tutto scorre e tutto è transitorio, come il passaggio del tram e il timido raggio di sole mattutino; transitoria è anche la nuvola passeggera e la gente che viene e che va. Sullo sfondo di una Berlino in continuo mutamento, emerge una tendenza sempre più distinta alla provvisorietà, ma di quella che ti colpisce e che anche se breve e perentoria, ti rimane impressa.
Pare quindi che da qualche anno a questa parte si sia affermato un nuovo concetto, quello degli stores, degli showrooms, dei bar, ma anche dei ristoranti pop-up. Dei locali che come suggerisce la parola inglese, saltano fuori all’improvviso, fanno un balzo in avanti dal chiaro suono distintivo pop per poi risalire su up. Rimangono in piedi pochi giorni, un mese, tre mesi o comunque per un tempo breve, da acciuffare velocemente perché altrimenti potrebbe non essere più là. L’occasione c’è, ma è da prendere al volo, di quelle del tipo “o ora o mai più”.
Chi volesse organizzare qualcosa di temporaneo, proporre una mostra per un periodo limitato, lanciare una propria linea unica perché solo temporanea, imbarcarsi nell’apertura di un proprio ristorante, ma solo come prova, servire drinks solo all-night-long, andrà a braccetto con il concept flessibile e dinamico del pop-up. Per realizzare quindi progetti simili, si può ad esempio consultare il sito Go Pop-up che vi aiuterà nell’affitto di uno spazio adatto per la messa in atto della vostra idea. Non importa la città, infatti la tendenza non è in corso solo a Berlino, ma si diffonde a macchia di leopardo anche in altre grandi città come Parigi, Barcellona, Zurigo, Vienna, Milano…
Chi invece si trova dall’altra parte della barricata e più che creare vorrebbe partecipare e scoprire queste occasioni irripetibili, farebbe meglio a consultare tutti gli eventi in programma sul sito di Pop-up Radar: qui sono elencati moltissimi eventi che si tengono nei paesi di lingua tedesca, tra cui la Germania, e si può dare un’occhiata anche agli avvenimenti passati, giusto per vedere cosa ci si è persi. Le categorie proposte sono quelle relative ai negozi, alle gallerie, ai ristoranti, ma anche agli sport, avvisando così quando ad esempio viene organizzata una giornata da trascorrere nel parco a rilassarsi, praticando un po’ di yoga. Un giorno vi ritroverete ad assaggiare così la cucina messicana e quello dopo nello stesso posto potrebbe invece esserci una degustazione di birre artigianali: le possibilità possono essere infinite ed è difficile porre dei limiti alla creatività e alle idee.
Un simile stile di vita può anche essere provato da marchi già famosi, che vogliono mantenersi al passo con i tempi e osare di più, come ha fatto la start-up di bibite salutari e biologiche Mymuesli la scorsa estate, lanciando un nuovo prodotto nell’edizione Flamingo in uno spazio temporaneo a Rosa-Luxemburg-Str. che per qualche giorno è stata invasa dai fenicotteri, responsabili di dare il loro caloroso benvenuto a tutti i clienti e curiosi. Una strategia di marketing senz’altro riuscita che ha sfruttato una delle nuove tecniche moderne al grido di transitorietà, fugacità, originalità…e naturalmente solo per un periodo limitato.
E quando tutto sembra ormai scontato, privo di slancio, piatto e grigio, basta un momento per fare cambiare la situazione e far rigirare il vostro mondo upside-down, ridandogli quella vitalità scomparsa paragonabile alla gioia improvvisa di poter acquistare casualmente il vostro prodotto preferito in offerta speciale o simile alla scoperta di saldi e sconti solo per voi…ma il momento dura un attimo, è subitaneo e si tratta solo di poche frazioni di secondo, dal pop-up al pop-down. Il ciclo però si ripete, è al down segue l’up che ritorna ad essere down per poi rialzarsi di nuovo verso l’up. Ecco perché non mancheranno mai queste esperienze pop-up, illusoriamente uniche nel loro genere, ma che in fondo si rifanno solo alla moda del momento di vivere ogni attimo intensamente perché potrebbe non ripetersi. Solo questioni di punti di vista, ma che confermano il nuovo stile di vita pop-up.
Autrice: Valentina Lo Iacono