Prima di tutto i numeri. Non che mi piaccia darli, ma a volte le statistiche aiutano a farsi un’idea. Sono stati proposti ben 7.421 film alla Berlinale 2017, considerando tutte le sezioni. Selezionati: 399. Numero complessivo di proiezioni in programma: 923 per il pubblico, più 156 solo per la stampa. Numero di film tedeschi: 104. Quante donne? 125 registe, 24 camera(wo)men, 122 film prodotti da rappresentanti del gentil (si fa per dire) sesso. I film in Concorso per l’Orso d’Oro e quelli della sezione Berlinale Special provengono da 34 paesi diversi. In tutto il Festival vengono rappresentati film di ben 72 nazioni, da ogni parte del globo. E credo che possa bastare per farsi un’idea della multiculturalità che caratterizza da sempre la Berlinale. E non solo questo. Una delle particolarità di questo Festival è la sezione Berlinale Goes Kiez, letteralmente la “Berlinale che va nei quartieri”. La parola Kiez però andrebbe forse tradotta meglio. I Kiez in tedesco sono qualcosa in più dei quartieri in cui è divisa una città. Sono quelle zone, più o meno grandi, che hanno una loro vita culturale particolare. Ogni Kiez a Berlino ha un suo sapore e una sua storia e certe peculiarità che lo contraddistinguono. Ed è proprio in alcuni di questi Kiez che la Berlinale ogni anno fa il suo ingresso presentando dei film da tutte le sezioni del Festival. Quest’anno Berlinale Goes Kiez toccherà zone lontane come Potsdam- Babelsberg ad ovest (al Thalia Programmkino Potsdam) e Berlin- Weißensee a nordest (cinema Toni & Tonino), passando per Kiez storici della ex Berlino Ovest come Wilmersdorf (Bundesplatz Kino) e Schöneberg (Odeon Kino), altri come Kreuzberg (Eiszeit Kino) – quartiere tradizionalmente anarchico e multiculturale, oggi molto di moda, con prezzi altissimi, un mix di alternativo e “gentrificato”- e Wedding – zona considerata malfamata fino a pochissimi anni fa, ma che vive attualmente una forte rivalutazione – fino ad inaugurare un nuovo cinema nel Wrangelkiez di Neukölln, altro quartiere in crescita: il Kino W O L F. I film presentati all’interno di questa rassegna son 17: ben 6 presi da quelli in Concorso, e gli altri 11 divisi tra le altre sezioni del Festival.
Da non dimenticare che non sono solo questi che ho appena citato i cinema posizionati lontano dal Palazzo della Berlinale. Ve ne sono molti altri che da anni ospitano le diverse rassegne del Festival: lo Zoo Palast e il Delphi a Charlottenburg, la Haus der Berliner Festspiele lì vicino, così come il Friedrichstadtpalast, il cinema International, il Cubis e il Zeughaus a Mitte e le tre sale dell’Hau Hebbel ancora a Kreuzberg. Ovviamente il fulcro del Festival di Berlino resta la zona di Potsdamer Platz, intorno al Palazzo della Berlinale, che ha all’interno una sala cinema immensa che ospiterà tutti i film in concorso. Lì intorno le multisala CinemaxX e CineStar (nel Sony Center) sono un altro punto di riferimento imprescindibile, così come il Martin Gropius Bau sempre nelle immediate vicinanze.
Il Festival del Cinema di Berlino, oltre ad essere il Festival con la maggiore affluenza di pubblico al mondo e uno tra i più radicati nel territorio urbano, ha anche un’apposita sezione per le famiglie, per i più giovani e per le scuole: Generation 14plus. Una rassegna inaugurata nel 1978, con film per tutte le età, da quelli per i bambini più piccoli a quelli dai sedici anni in su. Storie con giovanissimi interpreti come protagonisti, in cui i ragazzi possono identificarsi. Storie che analizzano da vicino le problematiche degli adolescenti e il loro mondo, che spesso noi adulti, forse per paura, liquidiamo con frasi fatte e categorie preconfezionate. Una trentina le produzioni presentate, tra lungometraggi e corti. La rassegna verrà inaugurata venerdì 10 febbraio dal documentario di Michael Winterbottom “On the road” presso la “Haus der Kulturen der Welt”. Il regista ha accompagnato la giovanissima Band “Wolf Alice” per la Gran Bretagna nell’estate del 2015 e ne racconta le dinamiche interne. Sbirciando tra i film selezionati mi ha colpito “Emo the Musical”, protagonista un tipico Emo: un ragazzo sensibile e depresso con tendenze suicide e membro di una rock band maledetta, che incontra una sua spensierata coetanea, cantante in un coro religioso… Insomma ce ne è per tutte le età e per tutti i gusti. Il programma più dettagliato sul sito della Berlinale:
http://www.berlinale.de/de/das_festival/sektionen_sonderveranstaltungen/generation/index.html
E oramai siamo ai nastri di partenza. Oggi la serata inaugurale in cui verrà presentato il primo dei film in concorso. Django, di Etienne Comar. Ieri è stato aperto il Press Center di fronte al Palazzo della Berlinale. Tanti i giornalisti a ritirare l’accredito. Abbiamo ricevuto un kit con una borsa-zaino e una tazza richiudibile da portare in giro con noi. Vi saranno acqua e caffè disponibili in diverse aree, ma per motivi ecologici niente bicchieri usa e getta. E lì nelle vicine Arkaden già tante persone in fila per accaparrarsi i biglietti migliori. Un’aria di attesa. E da stasera Berlino diventa Cinema.
Autore: Barbara Ricci