Intervista a Stefano Domenici, 33 anni, nato a Lecco, compone musica, presiede workshop e corsi di musica elettronica.
Da quanto tempo sei a Berlino? Perché proprio Berlino?
Vivo qui da poco più di un anno; in realtà ci venivo spesso ma non mi sono mai trasferito, aspettavo il momento giusto ed è arrivato. Tempo fa ho conosciuto il mio attuale collega di lavoro, che viveva già a Berlino e con il quale mi sono subito trovato bene, e, grazie soprattutto ad idee in comune, abbiamo deciso di intraprendere un percorso lavorativo orientato sulla didattica musicale.
Di cosa ti occupi?
Principalmente insegno musica elettronica. Nello specifico come comporre una traccia utilizzando Ableton Live, a mio parere uno dei migliori software per fare musica. Abbastanza facile da usare e totalmente versatile. Impartisco anche lezioni privatamente e con il mio collega Stefano Ferrari lavoro alla Noisy Academy. I nostri corsi sono rivolti principalmente a dj-producers ma anche aperti a chiunque voglia avvicinarsi al mondo della musica elettronica. L’idea di offrire corsi in italiano è del tutto nuova in città e volta a raccogliere italiani, per permettere loro di studiare nella propria lingua.
Come mai hai lasciato l’Italia?
Perché non riuscivo a fare questo tipo di lavoro. Ho vissuto per alcuni anni a Firenze dove con amici di conservatorio lavoravo in un piccolo studio di registrazione. Ho organizzato dei corsi di musica, ma la richiesta non era poi tanta. Penso di essermi trovato al posto giusto nel momento giusto quando ho conosciuto il mio collega a Berlino che mi ha proposto di continuare a lavorare nel campo della formazione musicale. Non ho fatto altro che seguire una strada che appariva di fronte a me e sono convinto che sia stata una buona scelta.
Cosa facevi in Italia?
Studiavo conservatorio a Firenze, pubblicavo musica per la mia etichetta, organizzavo eventi nei locali fiorentini, dedicavo tanto tempo a suonare come DJ, cosa che a Berlino ho in parte accantonato per potermi concentrare nell’insegnamento di musica. In pratica faccio quello che in Italia non riuscivo a fare, cerco sempre di migliorare e avere chiari gli obbiettivi. Ho scoperto in me la voglia di condividere quello che ho imparato e offro supporto ai musicisti nei loro percorsi. Ritengo che oggigiorno sia più utile un nuovo insegnante piuttosto che l’ennesimo DJ.
Che difficoltà hai riscontrato quando ti sei trasferito a Berlino?
Non vorrei dire nessuna, perché non è proprio vero, per chiunque ci sono difficoltà di vario genere. Credo che le vere difficoltà siano gli stati d’animo interiori; se escludiamo le prime fasi di adattamento, le vere difficoltà sono legate a fattori motivazionali personali. È fondamentale avere determinazione per rimane qui. Avere un percorso da seguire e crederci per realizzare le proprie idee.
Cosa ti piace di Berlino? Cosa ti piace meno?
Berlino mi piace per quella che è, interamente così, in tutte le sue sfaccettature. Mi è difficile trovarle dei difetti perché in un certo senso ne sono innamorato. Molto probabilmente cose che potrebbero risultare negative per altri, io le considero positive. Non potrebbe mai piacermi una Berlino sul mare anche se amo il mare. Non cambierei nulla di questa città; mi considero molto tollerante nell’accettare e rispettare tutte le diversità che racchiude. Per esempio mi piace la sensazione di malinconia che si avverte qui. Non è una malinconia negativa, anzi, è una caratteristica di Berlino, che soprattutto nei mesi invernali, con il bianco ed il grigio del cielo, ne risalta le sfumature. Trovo particolare anche l’individualità e la solitudine che contrassegnano un po’ questa città con un’atmosfera artistica che fa da protagonista.
Secondo te cosa offre Berlino in più rispetto ad altre città italiane?
Di certo non offre grandi possibilità economiche, in compenso è una città in cui si possono raggiungere grandi soddisfazioni personali, artistiche e lavorative. E’ risaputo che Berlino non è una città ricca economicamente, per questo non ci si può aspettare di arrivar qui e svoltare. La differenza sostanziale tra Berlino ed altre città italiane è il fatto che offre di tutto e per tutti. Qui nulla manca, ogni singolo individuo può scegliere cosa fare in relazione ai propri interessi. Al contrario l’Italia non offre una scelta e purtroppo ci si deve accontentare di quello che c’è.
Ti senti ben integrato nella società berlinese?
Mi sento ancora in un certo senso diverso perché so ovviamente di essere straniero, ma al tempo stesso ci tengo a mantenere la mia origine e diversità. Berlino non è una città discriminante ed è, per fortuna, completamente diversa dal resto della Germania. Posso dire che qui a Berlino mi sento integrato perché è un bel miscuglio di culture, per cui risulta facile ambientarsi e non sentirsi così tanto diversi.
Hai progetti futuri da realizzare a Berlino?
Mi piacerebbe poter offrire uno spazio per produrre musica. Per questo è importante conoscere sempre più persone che abbiano bisogno di questo. La mia idea è molto vicina al concetto di co-working space, ovvero un laboratorio di musica completamente attrezzato in cui ognuno possa realizzare progetti e sentirsi libero di esprimere la propria arte circondato da persone con la stessa passione. Questo sarebbe un buon proposito per i musicisti di uscire dalla propria stanza, anche per avere quel distacco necessario e fondamentale dalla vita quotidiana, per trovare un ambiente ideale alla propria espressività artistica.
Autore: Enza Granato
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