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Intervista a Chiara Doveri, 30 anni, a Berlino dal 2011
Incontro Chiara in un affollato caffè di Prenzlauer Berg. A turno ci rechiamo al bancone per ordinare, evitando così che qualcuno occupi il nostro posto. E con una tazza di caffè tra le mani, inizia la nostra chiacchierata.
Perché hai deciso di venire proprio a Berlino e cosa facevi prima in Italia?
In Italia studiavo fotografia. Durante l’università ho svolto l’Erasmus in Inghilterra dove ho conosciuto mio marito che studiava a Magdeburg. Da qui è venuta l’idea di trasferirmi in Germania, prima a Magdeburg e poi abbiamo deciso di spostarci a Berlino, che offriva maggiori opportunità di lavoro per me.
Raccontaci qualcosa della tua attività qui.
Qui a Berlino faccio la fotografa per famiglie e bambini. In particolare, mi occupo dell’aspetto documentaristico della quotidianità delle famiglie. Passo qualche ora o una giornata con loro, li osservo e fotografo gli istanti più naturali della loro giornata.
Com’è stato l’impatto con la mentalità tedesca?
In realtà, non avrei mai pensato di venire in Germania e prima di conoscere mio marito non era proprio messo in conto. Non conoscevo i tedeschi e quindi avevo tutti i tipici cliché che si hanno nei loro confronti. Sono stati però smentiti. In generale, trovo che ci sia una certa distanza culturale, ma dopo che si entra in contatto con le persone, si scopre la loro autenticità.
La cosa di Berlino che ti affascina di più/ la cosa che sopporti di meno.
Ciò che adoro di Berlino è che ogni quartiere ha il suo centro. Non ti senti mai in periferia. Ogni quartiere è diverso, ha un proprio centro e tante cose da scoprire. In più amo le persone e il fatto che la città sia piena di giovani. Invece, ciò che sopporto meno sono le giornate senza luce, che non sono l’ideale per il mio lavoro.
La cosa che più ti manca dell’Italia/ la cosa che sei felice di aver lasciato.
A parte la luce, ogni tanto forse mi manca la spontaneità degli italiani, il nostro modo di approcciarci agli sconosciuti. Ad esempio quando siamo andati in viaggio di nozze sulla Costiera Amalfitana con mio marito, la gente si avvicinava spontaneamente e cercava di aiutarci.
Premettendo che non sono una di quelle che è scappata dall’Italia, sono felice di aver evitato la precarietà e l’insicurezza economica che ne deriva. Qui una volta che hai cominciato a pagare le tasse e sei entrato nel meccanismo, sei maggiormente tutelato. Anche se un anno non va come previsto, posso stare comunque serena, sapendo che ci sono delle alternative possibili.
Qual è il tuo cibo preferito a Berlino?
Non ho un vero e proprio cibo preferito. Adoro semplicemente che ci sia un’ampia scelta e che si possano scegliere differenti cucine da provare. Un cibo che mangio spesso a Berlino è il sushi, ma comunque ogni settimana cerco di ordinare qualcosa di differente, in modo da provare diversi piatti e approfittare dell’ampia scelta che si ha qui.
Qual è il tuo posto del cuore a Berlino?
Mi piace molto il quartiere Prenzlauer Berg, dove ho scelto di abitare. E´ un quartiere pieno di giovani e di famiglie. Si trovano numerosi parco giochi, vi sono poi cafè particolari, di carattere, design e naturalmente con dell’ottimo caffè. Per tutti questi elementi è il mio posto preferito a Berlino.
Cosa consiglieresti a chi sta per trasferirsi a Berlino?
Soprattutto chi viene da solo, dovrebbe organizzarsi bene e riflettere sulla scelta che sta intraprendendo, che può comportare degli ostacoli, anche linguistici. E’ utile sapere già come muoversi così da essere più tranquilli una volta qui. Tra l’altro grazie ai vari blog che ti spiegano meglio come funzionano le cose a Berlino, è molto più facile riuscire a organizzarsi e a prepararsi già in anticipo.
Quale pregiudizio verso gli italiani dovrebbero abbandonare i berlinesi? E quale pregiudizio verso i tedeschi dovrebbero abbandonare gli italiani?
A volte i berlinesi pensano che noi abbiamo l’abitudine della siesta e che quindi per pranzo smettiamo di lavorare per riposarci. Anche se magari i negozi chiudono all’1 per riaprire alle 4, non vuol dire che non si continui a lavorare da casa o che si dorma. La gestione della giornata lavorativa è semplicemente diversa. Al contrario, gli italiani dovrebbero smettere di pensare che i tedeschi siano freddi. C’è differenza tra l’essere freddi e l’essere discreti. Spesso ciò che viene scambiato per freddezza, è piuttosto discrezione.
Tre cose da avere/essere per vivere felici a Berlino.
Una bicicletta, apertura mentale e un po’ di inventiva. Senza avere pregiudizi e ingegnandosi un po’, a Berlino si ha davvero la possibilità di realizzare qualcosa.
Autore: Valentina Lo Iacono