La sua storia, che risale addirittura al 1600, è costellata da innumerevoli avvenimenti che ne hanno caratterizzato il “carattere” e l’intero sviluppo nel corso dei suoi anni.
Il nome prende origine dalla città di Potsdam, dal punto in cui nasceva la strada di collegamento appunto tra Berlino e la stessa città del Brandeburgo.
Nel ‘700 era sostanzialmente un semplice incrocio di cinque strade che collegavano la zona con le principali e più importanti capitali europee.
E’ nella seconda metà del 1800 che la piazza, con Berlino che nel frattempo diventa capitale della Germania, assume un importantissimo valore commerciale e dinamico per l’intera città.
Negli anni venti e trenta assume sicuramente le caratteristiche di una moderna metropoli Europea: ricca di negozi, locali notturni, caffè, teatri, se ne ha un’ immagine di ricchezza e modernità sociale e culturale. La Potsdamer Platz divenne famosa in tutta l’Europa e rappresentò il vero centro di Berlino. Per il traffico intenso fu installato qui, nel 1924, il primo semaforo di Berlino.
Con la Seconda Guerra Mondiale e completa distruzione della città, anche questa zona viene duramente colpita e rasa al suolo per la sua totalità, rendendola praticamente irriconoscibile.
Con la divisione di Berlino sul finire della guerra, questa zona si presentava sino ai primi anni ’90 come un enorme sterrato fangoso e spettrale, all’ombra del Muro di Berlino.
Con la caduta del Muro, la città andò inevitabilmente incontro a grandi trasformazioni sociali ed urbanistiche. Molti investitori trovarono modo di ragionare su molte aree non edificate. Tra queste grandissima importanza venne data appunto alla stessa Potsdamer Platz , per la sua posizione strategica e per l’importanza storica che aveva rivestito sino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Molti architetti si avvicinarono a Berlino per “riprogettarne” il carattere architettonico, ridisegnando e completandone alcuni brani urbani secondo le nuove esigenze urbane che una metropoli come Berlino meritava.
Anche su quest’area si concentrarono le attenzioni dell’Amministrazione Pubblica, che decise nei primi anni ‘90 di bandire un concorso internazionale di progettazione, al fine di individuarne il migliore disegno urbano per l’intera area.
Tra i molti studi di architettura selezionati, vince la fase finale lo studio del famosissimo Arch. Renzo Piano, che insieme ad molti architetti di fama mondiale ( quali l’architetto tedesco Hans Kollhoff, l’architetto milanese Giorgio Grassi, Richard Roger e il giapponese Arata Isozaki, solo per citarne alcuni) hanno ridisegnato il volto di questa importantissima zona di Berlino.
Il progetto riesce a presentarsi con un’unica “immagine coordinata”, progettandone un Masterplan uniforme e dinamico allo stesso tempo.
Diversi gli edifici realizzati: la sede centrale della Debis, diverse torri ad uso uffici, la galleria commerciale, il cine teatro IMAX, il Marlene Dietrich Platz, il centro commerciale Arkaden e il meraviglioso e sensazionale Sony Center. Presenti inoltre molti edifici residenziali. Un perfetto mix urbano che rende l’area dinamica e frizzante non solo per i molti turisti che durante tutto l’anno la visitano costantemente. Per anni il cantiere fu addirittura un’attrazione turistica: un gigantesco Info-Box aperto al pubblico mostrava, oltre a una spettacolare vista panoramica sul cantiere, modelli in scala, film e simulazioni al computer della futura piazza.
Il tutto coordinato ed omogeneizzato dalla costante presenza di verde, acqua e luci.
Oggi Potsdamer Platz è tornato ad essere un importante centro residenziale, commerciale e turistico di Berlino e la sua storia ne rispecchia pienamente tutte le vicissitudini di Berlino.
Autore: Vincenzo Guzzo